L'Eterno Ulisse

Itinerari insoliti nel grande mare della conoscenza

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Curiosità della cultura

Emergenti vs immersi

di Roberto Zucchelli, 17 Gennaio 2020
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Narciso di Giuliano Giuggioli

“La gente teme quello che ha dentro, ma è l’unico posto in cui troverà quello che serve” (Pascal Neven)

Conoscere significa, prima di tutto, conoscersi. Il motto delfico “Conosci te stesso” è un invito all’immersione in noi stessi, dentro quella massa liquida, celata nel nostro inconscio che è sia personale che collettivo. Un mare interno profondo e primordiale.

In Genesi, capitolo uno si legge:

1 In principio Dio creò il cielo e la terra.

2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.


Armata di emergenti di Giuliano Giuggioli

Le acque sono sia intorno a noi che dentro di noi, perché la vita si sviluppa, nasce ed emerge da esse; proprio come la fantasia, l’immaginazione e l’intuizione artistica. L’artista coraggioso si immerge in quel caos sensibile , mentre alcuni si limitano a specchiarsi sulla sua superficie sinuosa.

Nelle increspature di quella matrice, Giuggioli vede salire a galla una visione e dipinge “Gli emergenti” per mostrarci e parlarci dell’Uomo Nuovo, “emergente” appunto.

Per ribadire questo concetto immerge questa amorfa progenie nell’acqua e “in una atmosfera primordiale grigia, senza dare riferimenti geografici del luogo” come ci spiega lo stesso autore.

Ciò che è emerso è in realtà il prodotto di un processo involutivo, un omunculus dotato di un misero sguardo unidirezionale, concetto che il maestro ha “espresso mettendo le loro teste dentro una scatola aperta solo parzialmente davanti i loro volti.” Scatole che sono un vero e proprio “paraocchi” che li condizionerà nella libertà di visione e, quindi, di conoscenza.


L'uomo nuovo, della serie “Emergenti” di Giuliano Giuggioli

“Dalla scatola emerge solo la calotta cranica nella recondita speranza che l’uomo nuovo conservi una seppur parziale capacità cognitiva” si tratta di un colto riferimento simbolico all’oculus, la piccola apertura di forma circolare che si può ritrovare alla sommità di una cupola, come nel caso del Pantheon a Roma, per esempio.

L’uomo di sapienza, l’uomo che ricerca il sacro deve avere questa parte del cranio libera, affinché attraverso di essa possano penetrare i raggi dell’illuminazione spirituale.

È proprio attraverso il chakra della corona, ci dice la tradizione, che penetrano in noi le informazioni più sottili e spirituali provenienti dal divino.


“Immerso”, elaborazione grafica di Roberto Zucchelli

Giuggioli si dimostra ancor più magnanimo e “per agevolarlo e ridurre l’handicap, ho praticato due fori all’altezza delle orecchie per poter utilizzare anche un pò l’udito...”

Uomini primordiali dipinti coerentemente con “colori primari, non miscelati e per questo non evoluti in nuove tinte.”

“Il Presente che sta preparando il mondo Futuro.”

Uomini nuovi per una nuova Era.

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20 Gennaio 2020 04:24, Ilenia martolini ha scritto:
Trovo questo articolo molto trasparente. Rispecchia la vita moderna individualista per i tempi che viviamo ma per fortuna con quell'ancora sicura che e' Il nostro inconscio legame con il divino . Questo spazio e' cosi piccolo ... ma capace e'! lo spazio di collegarci e rendrci capaci di ritrovarci ,riscoprici qualora si voglia immergersi e restare un po' in apnea. Verità celata "il nostro vero se " solo a coloro che oltrepassano l'illusione dello specchiamento .

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