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Francine van Hove. Una elegante rappresentazione della femminilità

Le opere di Francine van Hove rappresentano giovani donne in scene di vita quotidiana. Le donne sono avvolte da dolcezza e sensualità, ma allo stesso tempo conservano una parte di mistero sotto la loro apparente semplicità. Celano infatti una ricerca intimista, trasmettendo un sentimento di incomunicabilità e di solitudine salvatrice, come un ritiro deliberatamente scelto dal tumulto del mondo.

di Nadine Letenneur, 16 Marzo 2021
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Triple Je, 2008 (Francine van Hove)

La pittrice Francine van Hove nasce nel 1942 vicino Parigi. Passa le estati a casa dei nonni, a Château-Landon, ed è lì, grazie ai suoi genitori che la incoraggiano in tal senso, ma soprattutto grazie alla nonna, anch’ella brava pittrice, che Francine sviluppa l’amore per il disegno e la pittura.

La nonna le trasmette anche l’amore dei fiori, quelli del loro giardino così come quelli nei vasi in casa, nonché la capacità di meravigliarsi davanti allo spettacolo offerto dalla natura, come l’alba o il tramonto, osservato dietro una cortina di pioppi, oppure le fasi della luna1.

Nel 1959, Francine van Hove si diploma in disegno e arte plastica presso il Lycée Claude Bernard di Parigi. Durante il tirocinio come insegnante a Strasburgo si rende conto che le piace solo disegnare e dipingere. Lascia quindi il tirocinio e torna a Parigi, dove lavora come segretaria, non riuscendo a vivere della sua arte. Vive in una piccola stanza al 6° piano senza ascensore e lì dipinge i tetti di Parigi, nature morte, ritrae gli amici o crea autoritratti. Usa inizialmente la tecnica a impasto, appresa al liceo, tecnica pittorica in cui la vernice viene posta sulla tela con strati molto spessi, ma sente che questa non è la “sua” via. Si dedica allora alla pittura figurativa attraverso la rappresentazione intimista di soggetti femminili.


Un rêve, 2013, huile sur toile, 46 x 65 cm © Francine Van Hove

La sua arte è influenzata dalla statuaria antica e dalla pittura rinascimentale fiamminga e italiana , e l’artista cerca di perpetuare un virtuosismo tecnico vicino ai maestri antichi: un dipinto che è deliberatamente liscio come il vetro, cosa che fornisce una sensazione di meraviglia per la resa del materiale e la ricchezza di dettagli.

La pittura di Francine van Hove è incentrata sulla rappresentazione di giovani donne. Il suo processo di lavoro inizia con un'idea per un soggetto, sviluppata poi con l’aiuto delle sue modelle in varie pose aggraziate nel suo atelier. L’idea sarà poi perfezionata attraverso diversi disegni preparatori al fine di verificarne la naturalezza nonché l’originalità e le qualità grafiche e scultoree.

I suoi dipinti e disegni figurativi di nudi sono finestre su una vita quotidiana realistica, naturale e gentile.

Fuori dai vincoli del mondo esterno, queste giovani donne si abbandonano al “dolce far niente” e si godono questi momenti strappati al passare del tempo. Insensibili alla propria bellezza, trasmettono con i loro atteggiamenti puramente femminili ‒ a volte pensierosi, a volte malinconici ‒ una misteriosa armonia, ma anche una certa fragilità.

Nella scelta delle sue modelle, Francine van Hove predilige tipi fisici diversi dal proprio, in particolare una pelle chiara che riflette la luce invece di assorbirla, come avviene con la pelle scura.

La luce ha infatti un posto privilegiato nelle sue opere. È anche molto attenta ai dettagli, che rende con maestria. Anche se la scena è “esterna”, le modelle sono rigorosamente ritratte prima in atelier; solo in seguito verranno aggiunti i dettagli. Per le scene all’aria aperta, attinge ai suoi numerosi studi disegnati nel giardino della sua casa di campagna, sempre nell’intento di creare, con colori teneri, una calda intimità.

La maggior parte dei dipinti di Francine van Hove ritrae una sola giovane donna, dall’aspetto sognante, riflessivo , spesso con accanto un libro, una tazza di tè, una lampada da tavolo, ma non mancano scene in esterno, in giardini sempre fioriti, che ci trasportano e ci lasciano percepire calore del sole e odori e ci trasportano nel “dolce far niente”. In altri, invece, mette in scena delle amiche, complici e in sintonia, pronte ad ascoltarsi o ad aiutarsi. Un altro tema ricorrente è quello degli specchi trittici, che nel ritrarre la stessa persona sotto varie angolazioni, riportano all’idea della solitudine nella “folla”, scaturita dal proprio riflesso.


Francine Van Hove

La sua prima mostra personale risale al 1978, seguita poi da numerose altre, sia personali che collettive, in Europa e nell’America del Nord. Fino ad ora, ha creato più di 400 dipinti, oltre a numerosi disegni e pastelli. Nel 2014, Alain Blondel, il suo storico mercante d'arte, si ritira dopo aver promosso il suo lavoro per 32 anni. Da allora, Francine van Hove è rappresentata da Jean-Marie Oger, gallerista a Parigi 2.

Francine van Hove è un’artista le cui opere sono il frutto di un lavoro complesso ‒ calmante e malinconico, delicato e insondabile, intimista e sensuale – e classico, basato sulla plasticità dei corpi, sui giochi di luce e materia. Le sue opere ci immergono in un mondo interiore dove ci mettiamo a nudo con tenerezza e semplicità, con composizioni ammirevoli in cui l'accessorio diventa protagonista.

La bellezza femminile che mi interessa è quella del sonno, del viso a riposo, dell'abbandono della sua funzione di specchio dell'anima a tutto il corpo, dei gesti che sostituiscono il viso nell'espressione dei sentimenti. (Francine van Hove) 3

Note:

1 http://francinevanhove.blogspot.com/

2 http://www.jmoger.com/artists/francine-van-hove

3 https://www.passion-estampes.com/bio/vanhovebiographie.html

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