Ho conosciuto Piero Scanziani sullo scaffale d’una libreria di un’agenzia di pubblicità a Milano: ero al mio primo importante incarico di lavoro e riordinavo la biblioteca di quello che sarebbe stato il mio ufficio.
Tra i vari libri me ne venne in mano uno con un titolo singolare, Entronauti, lo scambiai per un romanzo di fantascienza e stavo già per riporlo disinteressata, quando il libro s’aprì e lessi distrattamente alcune frasi: non me ne potei staccare più fino a sera.