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La dimensione umana

Charlie Hebdo e il terrorismo: quando lo spirito critico è sotto attacco

“Riflettendo sugli avvenimenti straordinari e dolorosi che hanno colpito innocenti vittime di un paese amico, mi sono resa conto della necessità di mantenere uno spirito critico per non farmi fuorviare dalle emozioni collettive. Soprattutto perché c’è sempre chi manipola ad arte questi momenti di sgomento e di indignazione per fomentare odio e separazione. Il terrorismo non è l’Islam”.

di Marie Noelle Urech , 23 Gennaio 2015
TAG  terrorismo  violenza  islam  religione 

charlie hebdo
Il 7 gennaio 2015 la redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo è stata vittima di un attentato terroristico

Non guardiamo il dito che punta alla Luna, guardiamo la Luna!

Il terrorismo non è né Occidente né Oriente. Il terrorismo è terrorismo. Nasce dalla volontà di piccole fazioni di manipolare col terrore le coscienze collettive per fomentare uno stato di guerra, per imporre decisioni economiche e politiche. Il nostro sguardo deve allargarsi ad un contesto generale, quando succedono fatti così raccapriccianti.

Dobbiamo guardare al prezzo del petrolio, ai movimenti di borsa, agli interessi delle superpotenze che potrebbero trarne un vantaggio. E movimenti del genere sono già successi, messi in secondo piano dai mass media. Dobbiamo essere vigili a non puntare il dito sull’Islam, e a non cadere nella trappola dei conflitti religiosi. Dobbiamo ricordare il passato, quando la Chiesa cattolica uccise milioni di “infedeli” in nome di Dio,  nascondendo sotto questo slogan i suoi interessi economici ed espansionistici! Nemesi storica

Dobbiamo tenere anche a mente che il terrorismo islamico miete vittime soprattutto all’interno delle sue varie fazioni religiose, quindi i suoi integralismi e fondamentalismi sono stati, per lungo tempo, un fenomeno soprattutto locale.  Anche in Occidente, il terrorismo delle Brigate Rosse, del movimento basco, della banda Baader Meinhof e tanti altri affini, sono stati fenomeni locali con scarsa incidenza sugli equilibri mondiali. Ma dopo l’11 settembre, tutto l’occidente si è sentito in pericolo, e questa sensazione è stata alimentata di continuo dalle superpotenze con mire espansionistiche.

Poi mi chiedo, dopo i gravi incidenti diplomatici accaduti il 30 settembre 2005 per le vignette satiriche sull’Islam e Maometto pubblicate sul quotidiano danese Jyllands-Posten,  e che, nel 2006,  costrinse alle dimissioni il ministro Roberto Calderoli che indossava una t-shirt raffigurante quelle vignette, come è possibile che un giornale, in nome della libertà di pensiero, si permetta di ridicolizzare la religione di altri popoli ? Charlie Hebdo, visto i precedenti del 2005, ha messo l’olio sul fuoco, ha lanciato una provocazione quando gli equilibri tra Islam e occidente sono molto precari.

Questa non è libertà di stampa, è un'azione propagandista e comunque inaccettabile da un punto di vista etico: come reagiremmo noi stessi se il Papa, Gesù e la Chiesa fossero oggetto di satira feroce? Stigmatizzare l’Islam per l’azione di alcune fazioni terroristiche sarebbe catastrofico per i milioni di musulmani insediati in Occidente, che si sono fatti posizione economica dignitosa lavorando da più generazioni: graverebbe su di loro il sospetto e l’odio delle masse che non farebbe la differenza tra moderati e fondamentalisti, e li tratterebbero da assassini.

Ricordiamo Pearl Harbour,  quando fu attaccata dai kamikaze allorché tutti i Giapponesi residenti in America furono imprigionati in campi di concentramento? Sarebbe catastrofica per l’occidente perché indurrebbe ad un intervento militare, tipo “preventivo” oppure “ umanitario” come oggi si suole dire, caldeggiato da alcune correnti occidentali, senza contare che le armi usate oggi, non sono più fucili e cannoni, ma armi di distruzione di massa. Dobbiamo riflettere con la nostra testa, cosa che non si vuole che facciamo, perché la vera libertà di pensiero non esiste; esiste una libertà molto relativa e controllata. Ma esistono anche dei valori quali il rispetto, l’unione e la cooperazione.

Sono stati proprio i Musulmani a darne l’esempio quando dominarono la penisola iberica, dove per secoli, coabitarono  pacificamente Cristiani, Musulmani e Ebrei prima che arrivasse Isabella la Cattolica che , con il programma battezzato “Reconquista” (riprendersi i territori e le ricchezze) li divise tutti,  segregando gli Ebrei nei ghetti e perseguitando i Musulmani.

Nessuno può uscire indenne da questi corsi e ricorsi storici. Quindi stiamo attenti a non farci manipolare da questi eventi e condanniamo senza riserva qualsiasi forma di violenza, che si esprima nelle vignette o in atti terroristici!

Abitare In Salute
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