Premesso che molti operatori olistici sono seriamente interessati a fare il loro lavoro con attenzione e umiltà, istruendosi ed esercitando il dubbio sulle loro capacità percettive, desidero precisare, in questa ultima parte del mio excursus che non tutti sono lupi travestiti da agnelli. Quindi come distinguere i falsi profeti da individui sinceramente attenti alla propria e alla altrui crescita spirituale?
Secondo l’autrice, in base alle sue ricerche da antropologa, dove c’è proselitismo, quando si crea un lignaggio, dove c’è abuso di parole quali amore, cuore, verità, luce, miscuglio di fedi e simboli, seduttività ed ego; lì dove ci si autodefinisce maestro, illuminato, sapiente … non c’è autenticità. Ma l’ingannato, tuttavia, ha le stesse responsabilità dell’ingannatore.