“Dunque: una vergine per madre, un vecchio falegname per padre, lui che deve farsi uomo… due ladroni accanto al burattino … e, perché il suo destino si compia, deve
esserci tradimento e monete d’oro che tintinnano sotto la bocca serrata di un impiccato”.
Secondo Franco Cuomo lo scenario, però, conduce ben oltre l’apparenza del mito cristiano per consentire alla metafora religiosa di esprimere la liturgia di un cammino iniziatico che preveda prove da superare, errori da compiere per poterli poi riparare, ma soprattutto la penetrazione del mistero della morte per poter poi rinascere alla vita.
Di certo, come sottolinea cuomo, il rapporto di Collodi con il suo burattino è dei più travagliati, e purtroppo la grandiosità della cosmogonia fantastica espressa nel suo romanzo non valse ad affrancarlo dal grigiore di un’esistenza sofferta e desolata, segnata dall’insuccesso e dalla solitudine.