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La dimensione umana

Psicogenealogia: eredità familiare e sviluppo personale

Secondo la psicogenealogia i conflitti, le difficoltà, i fallimenti, gli insuccessi e le memorie di traumi vissuti dagli antenati si tramandano di generazione in generazione ai discendenti; ma nell'albero genealogico - su sei generazioni - si trovano anche tutte le risorse creative che possono sostenerci nella realizzazione personale. In queste pagine l'autrice ci mostra come far luce sui nodi del passato ancestrale per liberarci dalle catene dei debiti, dei sensi di colpa e degli obblighi di malintesa lealtà alla famiglia ristabilendo il legame d'amore con gli antenati. Lavorando sull'albero genealogico è possibile, infatti, sbloccare l'energia vitale dalle avversità e perfino dalla malattia riconquistando prosperità e amore.

di Anastasia Miszczyszyn, 12 Luglio 2016
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riunione famiglia
Jean-Frédéric Bazille, Riunione di famiglia, 1867, Parigi, Musée d’Orsay

La psicogenealogia è la scienza della decodifica dell’albero genealogico effettuata al fine di comprendere la nostra storia, fatta non solo di eventi, ma anche di come gli eventi sono stati vissuti e percepiti dai nostri familiari.

Veniamo al mondo come eredi, esseri appartenenti a una specie, esseri portatori di memoria biologica e di memoria storica. Le cellule del nostro corpo conservano nel DnA la memoria di tutti i processi vitali necessari alla sopravvivenza e alla prosecuzione della vita, processi elaborati nel corso di milioni di anni. L’embrione umano, durante la gestazione in utero, attraversa tutte le fasi dell’evoluzione da essere unicellulare a medusa a pesce, anfibio, mammifero e infine, al terzo mese di gravidanza, assume la forma umana.

La natura tende all’evoluzione, cioè alla creazione di nuovi esseri e di nuove esperienze vitali, ma al tempo stesso è conservativa, cioè preserva tutti i processi biologici e le competenze che hanno permesso alle forme di vita di superare sfide e pericoli e di sopravvivere alle minacce ambientali.

Allo stesso modo la mente degli esseri umani conserva, sotto forma di memoria cellulare, tutte le informazioni dei conflitti esistenziali vissuti dagli antenati: la memoria dei “conflitti risolti” viene ricevuta sotto forma di intelligenza, di risorse personali sviluppate e di talenti innati, la memoria dei “conflitti irrisolti”, invece, grava sulla coscienza del discendente come impulso irrinunciabile all’elaborazione di una soluzione.

Noi umani siamo esseri multidimensionali con un corpo, un cuore e una mente creativa, dunque la natura ha impresso dentro di noi un codice di leggi che permettono lo sviluppo dell’energia vitale a livello fisico e materiale, affettivo e relazionale, intellettuale, creativo e spirituale: si tratta del codice di bisogni esistenziali studiato da Abraham Maslow, il padre della psicologia umanistica.

Le leggi fondamentali del codice biologico innato sono le leggi dell’appartenenza e le leggi della giustizia sociale, scoperte e codificate da Ivan Boszormenyi-Nagy, psichiatra americano della scuola sistemica di Filadelfia.

Secondo le leggi dell’appartenenza ogni essere vivente gode degli stessi diritti alla vita e allo sviluppo delle sue competenze affettive e intellettuali.

L’identità dell’essere umano si forma attraverso il processo di appartenenza e differenziazione dal gruppo di origine.

All’inizio possiamo riconoscerci nell’appartenenza alla specie e alla famiglia: nasciamo come umani, come figli di due genitori e discendenti di una catena di antenati.

L’appartenenza familiare viene trasmessa in maniera empatica attraverso il legame d’amore tra genitori e figli. è nostro diritto naturale essere voluti, amati e accuditi con amore, questa è la legge della lealtà familiare invisibile. Tutte le deviazioni dalla legge: rifiuti, abbandoni, perdita di un genitore, preferenze, esclusioni, tradimenti, aggressioni nella famiglia di origine creano un’interruzione della trasmissione del legame sacro d’amore, che si ripercuotono nelle generazioni successive come carenze affettive, difficoltà a trovare un partner soddisfacente, difficoltà a diventare genitori o a generare figli.

L’altro aspetto della formazione della nostra identità è la differenziazione dalla famiglia di origine: nasciamo sì come figli, ma la nostra missione naturale è la realizzazione di un individuo nuovo e unico; come abbiamo impronte digitali uniche, così abbiamo nel cuore la spinta innata a lasciare su questa terra la nostra firma originale attraverso le nostre opere. Per sviluppare adeguatamente la nostra unicità abbiamo bisogno dell’autostima, che impariamo all’interno della famiglia attraverso il riconoscimento e l’apprezzamento da parte dei genitori della nostra bellezza come esseri, della nostra amabilità, della nostra intelligenza originale.

Senza i riferimenti della stima e dell’amore dei genitori è difficile elaborare il permesso a sviluppare un’adeguata identità sessuale, affettiva, sociale e professionale.

Sul mancato riconoscimento del valore personale gravano le ingiustizie sociali, le umiliazioni e i torti subiti e perpetuati dagli a ntenati, le perdite umane a causa di guerre, catastrofi naturali, tradimenti e atti di violenza. Il discendente, a livello inconscio, sa quale ingiustizia ha interrotto lo sviluppo naturale del potenziale creativo nell’albero genealogico e, al fine di poter trovare in sé i permessi ad amare, esprimersi, espandere e prosperare, dedica la sua esistenza a risolvere il problema alla fonte.

Il discendente, in genere, non ha informazione cosciente dell’ingiustizia che ha generato il problema, ma la porta dentro di sé a livello semicosciente, sotto forma di un sentimento e di un’emozione negativa: paura, senso di colpa, dolore, inadeguatezza, impotenza, di cui ignora l’origine e che dunque non sa come gestire nella sua vita presente.

Ha tutte le risorse per amare, ma non riesce a trovare un compagno o una compagna, desidera dei figli ma non riesce a generarli, è intelligente e capace, ma non riesce ad esprimere le sue idee, ha qualità e talenti ma non viene riconosciuto a livello professionale, etc.

Le emozioni negative che limitano lo sviluppo dell’energia vitale sono definite da Bert hellinger emozioni estranee, perché non appartengono all’individuo, ma a un suo antenato; la loro caratteristica principale è che sono gestite dalla parte arcaica del cervello e hanno prevalenza sulle istanze della personalità, prevalgono sugli obiettivi e desideri dell’individuo, vincolandolo a risolvere l’antico ancor prima di poter esprimere il suo potenziale creativo.

Il lato positivo della questione è che, quando emozioni estranee affiorano alla coscienza e vengono riconosciute per ciò che sono, il soggetto riesce a liberarsene facilmente.

Per sciogliere i conflitti derivati dall’influenza degli antenati, oggi abbiamo degli strumenti eleganti e precisi: l’albero genealogico, la biografia comparata e il genodramma (rappresentazione dell’albero in cui il soggetto rivive in sé le memorie degli antenati e scioglie i conflitti).

L’albero genealogico registra nomi e cognomi, date di nascita, matrimonio e morte dei componenti di un clan familiare: dalla lettura dell’albero si evince la composizione dei nuclei familiari, il numero e il genere dei figli, i periodi storici in cui vengono generati, lo status sociale.

Le notizie sugli eventi biografici del clan familiare, sulle fortune e sfortune economiche, sulle morti in giovane età, sullo stato di salute, sulle ingiustizie subite o inferte dai familiari completano il quadro di indagine.

Leggendo l’albero genealogico l’attenzione viene attratta dalle corrispondenze di date di nascita, concepimento e morte tra il discendente e i suoi antenati, e dalle corrispondenze di nomi, genere e rango di filiazione (primogenito, secondogenito, ecc). Queste corrispondenze sono come una torcia puntata sulle memorie e sui conflitti da risolvere, l’albero comunica il messaggio: devi guardare qui.

Lo studio degli eventi biografici del clan aiuta a elaborare le ipotesi di conflitto e la rappresentazione del genodramma, attiva l’emergere delle memorie cellulari e indica la via per trovare una soluzione cosciente e vitale.

Prossimamente aprirà a Torino la Scuola di Psicogenealogia Umanistica, un percorso di formazione professionale di qualità per apprendere gli strumenti della psicogenealogia umanistica. Le iscrizioni della Scuola si chiuderanno il 15 settembre 2016. Direttrice didattica della scuola è Anastasia Miszczyszyn Giannotti che si è occupata, nell'arco di 28 anni, di formazione personale e professionale nell'ambito dello sviluppo delle risorse individuali, di comunicazione e relazioni interpersonali, di evoluzione della coscienza e consapevolezza spirituale.

Per saperne di più sulla scuola clicca qui

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15 Settembre 2016 17:56, Cristina ha scritto:
E chi è stato adottato?

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