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La dimensione umana

La rivoluzione dell’asilo nel bosco

A Roma, precisamente nella via Rainaldo di Ostia Antica, dalla collaborazione tra L’Emilio e l’Associazione Manes è nata la prima esperienza italiana di asilo nel bosco. Il modello educativo è basato sull'autonomia del bambino e le attività sono molteplici. Una piccola rivoluzione che, partita vicino al Tevere, si prepara a gettare nuovi semi lungo tutto lo stivale.

di Marco Claudio Fusco, 23 Ottobre 2014
TAG  asilo  bambini  educazione  natura 

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In Germania sono più di mille le esperienze simili all’asilo nel bosco e sono pubbliche e accessibili a tutti

La natura è maestra di vita e interagendo con essa impariamo a conoscere il mondo e la profondità del nostro essere. A Ostia Antica, in via Rainaldo, dalla collaborazione tra L’Emilio e l’ Associazione Manes, è nata la prima esperienza italiana d’asilo nel bosco. Questo modello prende forma oltre 50 anni fa in Danimarca e si sta diffondendo in tutta Europa.

Immaginate un bosco al posto dell’aula, le bacche come matite per disegnare e le pigne come giocattoli naturali.

Il tetto della scuola è il cielo e la sostanza del lavoro è stare all’aria aperta, imparando dall’interazione con la terra. Nessuna paura della pioggia: “non esiste un cattivo tempo, esiste solo un cattivo abbigliamento”, e se proprio stare all’aria aperta è impossibile, ci si può rifugiare dentro un grande salone accogliente, dall’aria calda e familiare.

Attualmente l’asilo è composto da venti bambini tra i 2 e 5 anni d’età, seguiti da quattro educatori, avendo un rapporto di 1 educatore per 5 bambini: “Per avere un contatto diretto con i bambini, per non dar loro stress e seguirli nel processo di apprendimento, crediamo sia importante abbattere il rapporto numerico educatore/bambino – dichiara Danilo Casertano, responsabile della formazione degli educatori – nella scuola tradizionale stiamo su 1 a 25, noi puntiamo sul rapporto 1 a 10, tenendo presente il virtuoso modello svedese che prevede un insegnate per tre bambini”.

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Il modello educativo è incentrato sull’autonomia del bambino, intesa come libera scelta nelle attività da svolgere e piacere nell’esplorazione

Il modello educativo è incentrato sull’autonomia del bambino, intesa come libera scelta nelle attività da svolgere e piacere nell’esplorazione. Le attività sono molteplici: lavorare con la creta, dipingere, passeggiare, dare da mangiare agli animali della piccola fattoria. “Nelle classi molto spesso non c’è spazio per le parole e la vivacità viene repressa. Ti abituano al controllo e i risultati sono la ribellione o il conformismo – racconta Danilo Casertano – noi vogliamo costruire una comunità educante, investendo nel rapporto con i genitori, nella cooperazione tra i bambini piuttosto che sulla competizione”.

Attualmente l’asilo nel bosco non ha un riconoscimento giuridico, anche se l’esperienza è seguita con interesse dalla Regione Lazio, l’università di Roma Tre e il X Municipio di Roma. L’obiettivo è trasformare questa esperienza da privata a pubblica, in modo da affiancare questo stile pedagogico alla scuola tradizionale.

In Germania sono più di mille le esperienze simili all’asilo nel bosco e sono pubbliche e accessibili a tutti. Dal 7 Novembre, per tre giorni, si svolgerà con il patrocinio della Regione Lazio, un corso formativo su come aprire un asilo nel bosco. Questa piccola rivoluzione partita vicino al Tevere si prepara a gettare nuovi semi lungo tutto lo stivale.

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