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Echi di Riti e Miti

Antiche atmosfere d’estate

In Italia le festività e le sagre di remota tradizione più o meno famose sono molte e coinvolgenti, in particolare quelle estive. E allora come non partecipare agli eventi più significativi che questi giorni regalano?

di Daniela Quieti, 8 Luglio 2014
TAG  feste  estate  miti 

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In Italia le festività e le sagre di remota tradizione più o meno famose sono molte e coinvolgenti, in particolare quelle estive

Tempo d’estate, tempo di vacanze per chi può: la natura raggiunge la sua massima prosperità e celebra lo splendore della luce. Gli antichi Romani consacrarono a Giove, sovrano dell’Olimpo, questo periodo che l'iconografia medievale raffigurava con agricoltori intenti ad affilare falci. 

“… è l'estate e nei secoli / con i suoi occhi calcinanti…” per Giuseppe Ungaretti.

Gli esami si concludono e iniziano i saldi di fine stagione, il momento in cui il capriccio glamour non ancora appagato occhieggia dalla vetrina della boutique preferita nella tonalità e taglia giuste. Sempre che gli invitanti odori e sapori delle peculiarità enogastronomiche, presenti nelle feste popolari diffuse da nord a sud del Paese, non abbiano sedotto troppo donando qualche chilo in più.

Tuttavia sono occasioni speciali di riscoperta non solo delle bellezze paesaggistiche, ma anche delle più arcaiche radici agresti e religiose correlate al ciclo vitale delle stagioni.

In molti territori resiste, intatto, un patrimonio di riti e miti, di santi da adorare e demoni da esorcizzare, di tradizioni e suggestioni che l’avvicendarsi dei secoli ha raffigurato in demologia.

E allora come non partecipare agli eventi più significativi che questi giorni regalano? Quasi ogni sera, come per magia, piazze di vetusti borghi si animano di variegate pirotecnie, antichi mestieri, giostre, bande, cori, degustazioni di secolari ricette, reliquie e venerazione.

Sono spesso rimembranze di arcaici culti rurali che si perdono nella notte dei tempi, opportunità per ammirare gli innumerevoli capolavori artistici e ambientali che la natura e la mano dell’uomo hanno saputo realizzare. Ma sono anche testimonianze delle origini antropologiche e mistiche più rappresentative di un’antica e nuova comunione tra i popoli, di un trascendente legame con gli antenati in una spirituale verticalità d’amore e d’amicizia che conduce a tradizioni più vicine.

Come il gustare deliziose prelibatezze tra effluvi di vino, birra e tartufi stando seduti al tavolo di una sagra paesana, mentre la banda sulla cassa armonica “arrangia” pezzi lirici, o la cantante locale e l’orchestrina avviano danze di tango e liscio. Senza lanciarsi nel vortice dei balli si può apprezzare una convivialità particolare, in cui la gente si ritrova per una visita e un’offerta al Santo Patrono e per il gusto di stare insieme a banchettare, ammirando semmai l’esibizione di un coro folcloristico nell’elaborato intreccio di coppie e nastri colorati.

In Italia le festività e le sagre di remota tradizione più o meno famose sono molte e coinvolgenti, in particolare quelle estive. I termini sagra e festa derivano dal latino, rispettivamente dall’aggettivo sacrum (sacro) e dal sostantivo festum (festa sacra) ed entrambi hanno una connotazione spirituale, in quanto si riferivano a un momento di adorazione dell’uomo per la divinità. Le sagre o feste popolari erano il tempo per propiziare e ringraziare gli dei per la mietitura, la vendemmia e tutte le attività legate alla terra.

Venivano onorate davanti ai templi con offerte di prodotti agricoli e di animali spesso sacrificati, da cui trarrebbe origine l’aspetto gastronomico presente nelle varie tradizioni.

Con l’avvento del cristianesimo i luoghi di culto pagano si trasformarono in chiese, sul cui spazio antistante, denominato “sagrato”, si svolgevano le celebrazioni.

Le feste patronali dei santi, invece, a cui le chiese sono intitolate, derivano quasi sempre o da circostanze miracolose che li hanno visti protagonisti di una particolare località, o dalla loro scelta di viverci. Esprimono la devozione del popolo di ampie zone, spesso montuose, perché le origini sacre dei culti vanno ricercate nei luoghi inaccessibili e solitari, nelle altezze che accostano alla divinità. Antiche atmosfere d’estate perpetuano consuetudini germogliate da un legame ancestrale con la forza generatrice del creato, oggi riscoperte e valorizzate come ricchezze da apprezzare in un armonico connubio di ascetismo e umanità tra passato e presente.

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