L'Eterno Ulisse

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Echi di Riti e Miti

Luce di carità

di Daniela Quieti, 23 Dicembre 2021
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Con le sue emozioni, i suoi riti religiosi, lo scambio di doni e gli auguri sta arrivando Natale, la ricorrenza più importante e sentita per tutte le persone del mondo che credono nel mistero della Natività di Gesù, della vita che rinnova per l’intera umanità la fiducia nell’avvenire, soprattutto nell’attuale fase storica così difficile da vivere a causa dell’emergenza sanitaria. Nonostante le incertezze di questa contemporaneità, le strade sono ravvivate da scintillanti luminarie, decorazioni, vetrine piene di attraenti regali e da un vivace movimento di gente. Ma di là dall’apparenza materialistica che spesso appanna il profondo significato del Natale, oltre l’aspetto esteriore rimane intensa la percezione spirituale e divina della venuta al mondo di Gesù.

Il Natale è l’incontro di Dio con il suo popolo, è la festa del mistero dell’Incarnazione che assimila tutta la storia degli uomini, ed è l’occasione per dedicare un pensiero particolare a chi è meno fortunato, a cominciare dai semplici, come i pastori che vegliavano nella notte facendo la guardia al loro gregge, tra i primi cui il Signore scelse di rivelarsi.

Il significato più profondo del Natale è il riscoprire uno spirito caritatevole di condivisione e di buona volontà nei confronti del prossimo, il non essere soli ma tutti bisognosi l’uno dell’altro, cercando di vivere la propria esistenza in pace e con gratitudine per ciò che si ha, pensando a tutti coloro che sono senza doni, senza sicurezza, senza aspettative. Il Dio eterno che si fa mortale per riaffermare in questo mondo la vita contro la morte e la misericordia contro l’egoismo, il Dio infinito che si fa piccolo, il Dio onnipotente che appare tra gli uomini come un bambino indifeso, che cresce come qualsiasi essere umano minacciato dalla cattiveria dei malvagi, tutto questo rende il Natale una festa che tocca profondamente perché riguarda le asprezze, le gioie e le ferite che attraversano il cammino di ogni individuo.

Ci sono state tante feste di Natale nel trascorrere del tempo e ce ne saranno ancora, ma ogni volta la Notte Santa rievoca emozioni e memorie che hanno accompagnato la nostra infanzia. Era un rituale coinvolgente prendere le statuine di terracotta, alcune quasi una reliquia, alle quali se ne aggiungevano ogni anno altre nuove, e la capanna coperta di muschio, la cometa, i re magi, le pecorelle, il bue e l’asinello, le gallinelle sull’aia, Maria con il suo manto azzurro che evoca il cielo, San Giuseppe con il suo scarno manto scuro, i pastori, i Re Magi, gli Angeli. E c’era il profumo dei dolci appena sfornati, l’albero con le luci colorate, la suggestione di un suono di cornamuse in sottofondo e la tombola, i cui numeri si segnavano con fagioli e ceci. Ma il pieno significato del Natale era nella messa di mezzanotte, alla quale ci si recava tutti insieme come in processione; poi, al ritorno, si poneva con tenerezza nell’umile mangiatoia la statuina più preziosa, quella di Gesù Bambino appena nato tra gli uomini. Il Natale è tempo di speranza, è il rinnovarsi e il rafforzarsi della speranza che aiuta ad affrontare l’esistenza con ottimismo e passione.

Il Natale è amore, l’energia pulsante, la verità che ci rende liberi. Amore e speranza sono due dimensioni inseparabili che ci permettono di affrontare con serena fiducia lo straordinario percorso verso il futuro. E noi speriamo che il buio si trasformi in luce, la sfiducia nella fiducia in un mondo più fraterno, più vero e generoso per sconfiggere le paure, le angosce e gli egoismi che spesso intristiscono il cuore dell’uomo contemporaneo, per riuscire a vedere con occhi nuovi la nostra fragilità, per unirci in uno spirito natalizio che si fa espressione di bontà e dei valori autentici dell’esistenza per tutti gli uomini di buona volontà.

Sulla festa più bella dell’anno Madre Teresa di Calcutta, piccola come la “matita di dio” che diceva di essere, ma con la forza di un gigante quando si trattava di assistere i diseredati, scrisse: “È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro…”

Nella spiritualità di un Presepe ritroviamo lo stupore smarrito del Natale, il miracolo di un bimbo in una culla davanti al mondo, l’Incarnazione che ci risveglia alla vita, dipana il groviglio dei fili dell’esistenza e ridona chiarore ai colori originali del disegno divino. Davanti alla grotta, come ci ricorda Sant’Agostino: “Godremo di una visione mai contemplata dagli occhi, mai udita dalle orecchie, mai immaginata dalla fantasia: una visione che supera tutte le bellezze terrene, quella dell’oro, dell’argento, dei boschi e dei campi, del mare e del cielo, del sole e della luna, delle stelle e degli angeli; la ragione è questa: che essa è la fonte di ogni altra bellezza”.

Abitare In Salute
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