"Cammina, cammina. Quattordici passi avanti, quattordici passi indietro. Vuol conservare, camminando, la coscienza corporea e aprire i nervi, gli organi, le ossa, le cellule alla vibrazione suprema. Cammina, cammina. Ogni giorno otto ore: ogni giorno. L'arte indiana mostra saggi con le palpebre abbassate, sulle labbra il sorriso d'anada, tutti estranei al mondo. No, per Aurobindo 'il raggiungimento deve avvenire con gli occhi ben aperti' perché la trasformazione non si limiti alla mente, ai sentimenti, ma tocchi i corpi e li risusciti alla loro divinità". Aurobindo non ha solo profondamente segnato la storia dello Yoga, bensì anche la storia del pensiero occidentale...
L'articolo completo è disponibile sul numero 2 de "L'Eterno Ulisse"