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"Cibo come rito - Riti del cibo", il legame profondo tra natura e cultura

Sì è conclusa a Genova la mostra "Cibo come rito - Riti del cibo". Articolata in 17 sezioni tematiche, la mostra ha rappresentato un viaggio alla scoperta delle ritualità legate al cibo e ai suoi significati profondi: il legame tra natura e cultura.

di Chiara Gnocchi , 23 Novembre 2015
TAG  cibo  riti  natura  cultura 

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Sì è conclusa a Genova la mostra "Cibo come rito - Riti del cibo" a cura del CELSO, Istituto di Studi Orientali - Dipartimento di Studi Asiatici, con il contributo scientifico e tecnico di Enti ed Istituzioni culturali nazionali ed internazionali.

La mostra è stata articolata in 17 sezioni tematiche composte da installazioni, fotografie, video, oggetti e utensili tipici provenienti da India, Cina, Giappone, Corea, Thailandia, Nepal, Sri Lanka, Tibet, Mongolia, Pakistan, Armenia, Yemen, Myanmar, Kazakistan, Filippine, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Libano, Indonesia, Vietnam, Israele, Azerbaijan, Uzbekistan.

Un viaggio, una tavolozza di colori per gli occhi e lo spirito, che ci porta alla scoperta delle ritualità legate al cibo e ai suoi significati profondi: il legame tra natura e cultura.

"Non c'è Uomo che non possa bere o mangiare, ma sono in pochi in grado di capire che cosa abbia sapore" (Kongfuzi 551- 479 a.C.)

LA SACRALITÀ DEL CIBO E LA DISCIPLINA DEL CORPO

L'essere umano, oltre a nutrirsi con il cibo assegna ad esso un significato simbolico socio-culturale sino a "divinizzarlo" considerandolo un dono divino.

Le credenze religiose sono uno dei primi fattori ad influire sulle scelte alimentari di una comunità. 

Il pane è per la tradizione cristiana logos della fede e parola di Dio; digiuno rituale come disciplina del corpo e della mente praticato nel mese del Ramadan; o come nella cultura ebraica il matzan, pane cerimoniale azzimo, che simboleggia purezza, redenzione e libertà.

NUTRIRSI D'ARIA

Non solo nutrimento fisico, ma anche nutrimento spirituale, accedendo ad una fonte che nutre e sgorga dentro di noi. 

Il Samadhi è astrazione dai tumulti della mente e dalle urgenze del corpo, in meditazione la mente accede alla vera natura delle cose e basta un filo d'aria per nutrirsi. 

Il dao filosofico e religioso cinese che genera lo ying e lo yang e che a loro volta generano i 5 elementi, generatori delle diecimila cose, alimentate dal respiro costante del cosmo.

L'Ahimsa indiana ovvero la non violenza è vivere senza nuocere ad altri esseri vivendo nel mondo con rispetto e delicatezza. Il mondo nutre lo spirito, lo spirito nutre il corpo. 

I Monaci dell'ordine religioso degli Svetambara ("vestiti di bianco"), camminano lentamente a piedi nudi con naso e bocca coperti da un velo bianco per evitare di inalare o ingerire involontariamente durante la respirazione anche il più minuscolo organismo vivente presente nell'aria.

IL CIBO PER GLI DEI

I differenti rituali d'offerta come l'Annakut: cerimonia che si ripete ogni anno a Calcutta in cui i fedeli si riuniscono nel cortile interno del tempio Radha Medha e si preparano a raccogliere i chicchi di "riso sacro" bollito che vengono lanciati loro dall'alto. Riuscire a raccoglierli è considerato segno di buon auspicio per una vita lunga senza fame e povertà.

I CUSTODI DEL SAPORE

Quando la conservazione e la necessità di trasportare un alimento, si trasformano in forma d'arte semplice ma nel contempo raffinata. Ecco l'arte giapponese del TSUTSUMI realizzato attraverso l'utilizzo di foglie, bambù, erba, terra, corda, carta che vengono piegati, intrecciati e legati.

IL RISVEGLIO DELLO SPIRITO

Dall'India alla Cina, dal Tibet al Giappone (CHA NO YU "cerimonia del tè"), dal Sud-est Asiatico alla Corea, il tè ha sempre avuto una valenza particolare, considerato sostegno fondamentale per la meditazione (utilizzato dai monaci per mantenersi svegli), e la pratica della consapevolezza.  Nutrimento essenziale per coltivare sia il corpo che la mente.

LA FONTE DELLA VITA

L'acqua è uno degli elementi simbolici più importanti, è insieme vita, veicolo di purificazione, guarigione ed elemento di incontro con il divino. In India i fiumi sono considerati le dimore degli dei.

La cerimonia delle offerte rituali nelle acque sacre del fiume Gange, per la tradizione indù esso stesso una divinità, sono portatrici di nutrimento per la terra e per tutti gli esseri umani, in quanto canale di interconnessione tra cielo e terra.

La mostra è stata ospitata in una delle sale del Castello D'Albertis - Museo delle Culture del Mondo, costruito a fine '800 su fortificazioni cinquecentesche dal Capitano Enrico Alberto D'Albertis (1846-1932), viaggiatore, curioso delle culture del mondo, progettatore di meridiane che realizzò in tutto il mondo (103 di cui 10 al Castello).

Qui ha racchiuso il materiale archeologico, etnografico e marinaresco raccolti per mare e per terra nei suoi Viaggi.

Il Castello gode di uno straordinario punto panoramico sulla città di Genova.

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