Per i Taoisti la meditazione è soprattutto un processo alchemico di trasformazione, non solo della mente ma anche del corpo. Occorrono tuttavia solide basi per praticare l’Alchimia Interiore e procedere così lungo la Via del Tao. Basi fatte di semplici accorgimenti talvolta trascurati, talaltra ignorati o inosservati, che sono invece indispensabili alla buona pratica della meditazione.
Per chiunque si accinga a praticare una seduta di meditazione, sia principiante o esperto, è necessario non trascurare le piccole cose, come trovare un luogo confortevole e mettersi a proprio agio, e poi, prima di passare alla pratica, badare bene alla propria postura: colonna vertebrale, mani, braccia, testa e viso. Piccole accortezze indispensabili per praticare una seduta di meditazione, ma troppo spesso sottovalutate. Soltanto facendo attenzione ai dettagli si potranno costruire quelle solide basi che permetteranno poi di affrontare le pratiche di Alchimia Interiore capaci di agire in profondità sugli organi del meditante e di provocare attraverso il loro riequilibrio naturale, una reazione positiva a livello energetico.
Prima di arrivare a questo genere di pratiche è tuttavia necessario imparare ad acquietare la mente attraverso la meditazione. Ammaestrare la mente secondo gli insegnamenti degli antichi Maestri taoisti non è difficile, è necessario però capire bene a cosa esattamente essi si riferiscono parlando della mente.
I Taoisti considerano la mente come dotata di otto coscienze, di cui cinque sensoriali e tre mentali. Le cinque coscienze sensoriali sono quelle che riguardano la percezione attraverso i cinque organi di senso: tatto, vista, udito, olfatto, gusto. Ciò che ci permette di aver coscienza del mondo circostante. Ciò che ci permette di aver coscienza del mondo interiore avviene invece attraverso le tre coscienze mentali.
Le tre coscienze mentali sono: quella stabile – che registra semplicemente ciò che è percepito attraverso le coscienze sensoriali, lo registra in maniera completamente priva di sensazioni, ed è la nostra coscienza fondamentale, quella che ci permette di conoscere. Abbiamo poi la coscienza instabile – nella quale si manifestano e vengono analizzati tutti i tipi di pensiero relativi alle percezioni sensoriali. Questa produce sensazioni e sentimenti ed è la nostra coscienza abituale. In essa sono presenti anche vecchi ricordi quando risalgono alla superficie della coscienza come riflesso del proprio passato, sia di esperienze generate da questa vita come anche di esperienze generate da vite anteriori.
Uno dei benefici della meditazione consiste nella pulizia del proprio ego, cioè nell’identificare il pensiero come positivo o negativo e lasciare che i lati negativi vengano estinti, cioè che il karma accumulato venga consunto. Bisogna far attenzione a restare ben concentrati su ciascuno di tali pensieri quando si affaccia alla coscienza. Prenderlo singolarmente per poi abbandonarlo e tornare nello stato di meditazione, evitando di mettere in moto quel processo mentale dove ogni pensiero ne trascina un altro, che è lo stato della mente galoppante. La mente galoppante è quello stato che può far seguito alla coscienza instabile, quando la trasforma in un susseguirsi incessante e incontrollato di pensieri, concatenati l’uno all’altro in maniera casuale.
Per praticare correttamente la meditazione, e dunque addentrarsi nell’Opera Alchemica, questa coscienza mentale “inquinata” deve essere totalmente abbandonata. Per evitare i pensieri “inquinanti” ci vuole un po’ di pratica. Con il tempo, ben presto potranno però essere riconosciuti al loro manifestarsi e abbandonati, evitando così di innescare il galoppo sfrenato della mente. Poi, poco a poco, con la pratica questo genere di pensieri sparirà.
Ecco dunque compreso il senso che gli antichi Maestri taoisti attribuivano all’espressione “ammaestrare la mente”.
Per i principianti è importante imparare a meditare correttamente come descritto nella prima parte del libro, per poter poi intraprendere gli esercizi di Alchimia Interiore illustrati nella seconda parte del libro. Lo scopo è quello di fabbricare l’Elisir di immortalità che i Maestri taoisti hanno trovato nell’uomo stesso. L’Oro alchemico verrà risvegliato dalle pratiche interne in grado di trasformare le energie interiori attraverso dei processi meditativi avanzati.
L’Alchimia Interiore indica dunque una forma di meditazione ascetica praticata dai Taoisti attraverso esercizi respiratori ed energetici che hanno lo scopo di trasformare le tre componenti essenziali della persona: jing (essenza vitale), qi (energia, respiro) e shen (mente), per risalire a yuan qi (energia originale) da cui tutti proveniamo. Seguendo i processi mentali e fisiologici indicati dai Maestri, l’adepto, nel suo laboratorio interiore, pratica la mescolanza degli ingredienti nel proprio paiolo e la trasmutazione delle tre componenti essenziali nel suo atanòr interiore, così progressivamente procede verso la realizzazione delle “nozze mistiche” dello Yin e dello Yang, i principi maschile e femminile che fanno cessare la dualità mondana e ritrovare l’Unità primordiale per poi realizzare la sua successiva unione all’Energia primordiale da cui tutti discendiamo: il compimento della Grande Opera.