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La nuova specie

"Profumo della Luna" e "Discorso alla Luna" sono due romanzi ispirati a miti siberiani che narrano di una mutazione in seno alla umanità, una speciazione che porta alcuni individui ad essere uomini nuovi e nello stesso tempo antichissimi, capaci di attraversare la Grande Soglia e fare ritorno, ma soprattutto guidati dall’amore.

di Selene Calloni Williams, 31 Ottobre 2016
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Opera di Jenny Badger Sultan

Il mondo è arrivato al cosiddetto “overshoot”. Il termine overshoot, letteralmente “superare il limite”, viene impiegato per indicare il momento in cui il consumo delle risorse naturali da parte dell’uomo oltrepassa la capacità rigenerativa delle risorse rinnovabili, parallelamente a ciò i consumi e gli stili di vita non si sono modificati di una virgola, anzi continuano a modificarsi in senso peggiorativo.

Una ecologia antropocentrica, che parte dalla mappa del reale prodotta dallo stesso uomo che ha portato alla crisi ecologica non è d’aiuto.

Abbiamo bisogno di un uomo nuovo, un uomo che sia in grado di produrre un nuovo metodo di pensiero, un nuovo modello del reale e un comportamento nuovo.

Il processo che porta alcuni individui a differenziarsi dalla vecchia specie e a dare origine ad una specie nuova si chiama speciazione.

La prima volta in cui ho sentito parlare di speciazione è stato circa trent’anni fa, quando abitavo in Sri Lanka e, sotto la guida del mio maestro, studiavo lo Yoga Integrale di Sri Aurobindo. Si tratta di uno yoga evoluzionistico, teso a consentire all’uomo uno scatto evolutivo verso il superuomo o uomo dopo l’uomo, come Aurobindo lo aveva definito. A questo yoga e al pensiero di Sri Aurobindo, uno dei massimi filosofi dell’India moderna, ho dedicato la mia tesi di laurea. Poi, sette anni fa, in Siberia ho conosciuto Svetlana, sciamana ereditaria di antico lignaggio altaico, la quale mi ha nuovamente riproposto a toni forti e chiari il tema della speciazione.

Nel corso degli anni ho potuto vedere che la speciazione è un processo realmente in atto in seno all’umanità, delicatissimo e instabile, fragile ma determinato. Nulla può accadere prima che sia stato immaginato. L’uomo nuovo ha incominciato ad essere immaginato da tempo, ed ora è qui. Dobbiamo immaginarlo con sempre maggiore energia affinché il suo avvento venga reso sempre più stabile ed evidente.

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La copertina di 'Discorso alla Luna'

Anche in Occidente già dalla fine del 1800 il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche aveva scritto a proposito del superuomo.

Più recentemente autori come Edgar Morin, Raimon Panikkar, Arne Naess, James Hillman, da campi diversi ma complementari del sapere, la filosofia, la religione, la sociologia, l’ecologia profonda, la psicologia del profondo, ci parlano di un nuovo metodo di pensiero che può essere applicato solo da un uomo nuovo, capace di percepire il reale in modi diversi, ci descrivono una rivoluzione del pensiero filosofico e psicologico. Una rivoluzione che incomincia dall’interno dell’uomo e che è destinata a mutare innanzitutto l’uomo stesso.

Per definire questo cambiamento di coscienza utilizziamo oggi termini come pensiero complesso o visione immaginale. Se li guardiamo da vicino, il pensiero complesso e il pensiero immaginale sono straordinariamente assonanti con la visione dei popoli primitivi e animisti, che ancora oggi è tenuta in vita dagli sciamani in quanto depositari delle tradizioni spirituali dei loro popoli. I principi fondamentali che vi possiamo trovare sono simili:

La realtà è immagine o sogno o apparizione, la materia intensa come sostanza permanente, oggettiva è un inganno dei sensi dato da una programmazione inconscia. Tutto è immagine equivale a dire che tutto è anima. “L’anima è l’atto steso dell’immaginare”, scriveva James Hillman. Il concetto di anima mundi nel pensiero di Raimon Panikkar è alla base dell’ecosofia.

Per gli sciamani le cose in natura esistono in quanto spiriti. Quando si rivolgono alla natura, gli sciamani parlano agli spiriti: lo spirito della taiga, lo spirito del lupo, lo spirito della pioggia o del vento. Quando pregano sia fatta la tua volontà i popoli animisti si riferiscono alla pioggia, al lupo, al vento, l’uomo della nostra civiltà, invece, si rivolge ad un dio astratto che vive in qualche cielo lontano.

Con l’aiuto di Svetlana ho provato a raccontare in due libri due miti di profonda trasmutazione, di morte e rinascita dell’uomo e di rigenerazione del suo mondo. Secondo Svetlana si tratta di due atti magici. Gli sciamani dell’Altai, infatti, in modo coerente con la loro visione del mondo, attribuiscono enorme potere ai miti e ai loro racconti. Attraverso il mito possiamo comprendere il nostro comportamento e possiamo cambiare noi stessi.


La copertina di 'Il profumo della Luna'

Nel mio precedente romanzo, “Il Profumo della Luna” (Edizioni Studio Tesi) ho raccontato il mito del viaggio oltre la Grande Soglia. Questo mito dona al lettore delle chiavi segrete. La prima è certamente quella di comprendere che la vita, anche nella veglia, è uno stato di sogno. Questa chiave ci porta ad essere maestri, compagni, amanti degli eventi piuttosto che vittime delle loro reazioni.

Le altre chiavi il lettore potrà scoprirle leggendo il libro.

Nel libro “Discorso alla Luna” (Edizioni Studio Tesi), invece, ho raccontato il mito della nascita dell’uomo nuovo.

Partendo da una leggenda siberiana secondo la quale quando l’aria sarebbe stata così sporca da essere irrespirabile, Amirani, antico dio e sciamano ancestrale, sarebbe tornato sulla terra per suonare il suo tamburo le cui vibrazioni avrebbero purificato l’aria e dato il via alla speciazione del genere umano. È un racconto assolutamente avventuroso che intreccia anche due appassionanti storie d’amore; quella di un ragazzo e di una ragazza e quella di due anziani.

Fin dalle prime pagine apparirà chiaro al lettore che si tratta di una avventura che lo riguarda molto da vicino.

Le due grandi ali della speciazione sono la bellezza e l’amore, che sono due facce della stessa medaglia, giacché la bellezza è la forma sotto la quale l’amore si rende evidente nella dimensione sensibile.

Ecco cosa dice Anastasiya, la protagonista del racconto, nel suo Discorso alla Luna:

Di vita in vita, di morte in morte, l'unica cosa che rimane, la sola che non si dimentica mai, è l'amore che si è stati capaci di dare. L'amore è il solo sentimento che meriti di essere concepito, amare è l'unico atto che valga la pena di essere compiuto, tutto il resto è inquinamento, tossina che l'universo, con i suoi ritmi, deve smaltire.

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