Stava, ormai da molti mesi, adagiata ai piedi della libreria, in attesa di essere affissa in una collocazione che ne rispettasse il segno e il senso. Stava lì, di fronte alla scrivania, la riproduzione dell’Ultima Cena di Leonardo.
Lui, Gabriele Montera, medico e appassionato studioso, la teneva d’occhio con espressione ammiccante, allargando la fronte per spingere lo sguardo oltre gli occhialini e allungare la sua attenzione oltre 'l‘immediatamente percepibile all’osservazione'.
Chi era all’oscuro delle ragioni misteriose che sottendevano all’apparente negligenza di Montera, che non si decideva ad assegnare un posto definitivo a quel poster, ipotizzava tolleranza e benignità verso un’intervenuta quanto scomposta trascuratezza.
Il tempo ha chiarito, invece, che quella stampa occupava il posto che le spettava e che importanti motivazioni ne imponevano quello stato di casuale, durevole provvisorietà.
Il tempo ha chiarito che essa non poteva e non doveva essere sottratta alle lunghe pause di esplorazione di Montera, ai fecondi momenti di raccolta concentrazione che, di lì a qualche tempo, avrebbero maieuticamente dato alla luce l’ispirazione, la scoperta, la rivelazione!
Un significato simbolico stava nascosto, dunque, in quella mancata affissione del poster su una parete, lasciato lì, per terra, ai piedi della libreria! Qualcosa che richiama l’immagine di una valigia pronta per accompagnare il viaggiatore!
Il risultato della lunga osservazione di quella stampa, con la riproduzione dell’Ultima Cena di Leonardo, avrebbe avuto - come di fatto sta avendo - connotazioni tutt’altro che di fissità, di staticità, di allocazione ordinata e dignitosa.
Il volume Il Calice Svelato – Appunti di un insolito viaggio, prodotto della durevole, instancabile investigazione del dipinto si sarebbe evoluto - come di fatto si sta evolvendo - nel segno di un percorso lungo e prolifico che avrebbe attraversato - come di fatto sta attraversando - la regione, la nazione, il continente.
Nella stanza in cui Montera si appassiona alla cura dei suoi ammalati si è sviluppato un percorso emozionale che gli ha permesso di attualizzare l’esperienza del sacro: una dimensione misteriosa e simbolica, dal significato inesauribile, nella quale si è svelato il protagonista di quella Tavola, l’illustre assente di quella Cena: il calice!
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