All’inizio era la dea, la Shakti, l’energia primaria generatrice. La madre terra, la prima e la sola madre nutrice, dinamica e allo stesso tempo vendicativa e distruttrice. Grazie a lei tutto prende forma e viene ordinato, e da lei si staccano gli déi, come emanazioni secondarie. Nei miti è possibile rintracciare i suoi attributi primigeni, e le sue espressioni che contengono la spinta originaria, la Shakti nella sua veridicità che emerge, in particolare, dalla dea Eurinome, dalla dea Demetra-Core-Persefone e dalla dea Kālī, oltre che dalle altre innumerevoli divinità, mistificate e trasformate.
Ma – come vedremo – tutte presenti le une nelle altre. il simbolo rimane immutato, ma il senso sfugge e viene trasformato dal contesto storico-religioso. Non va poi dimenticato anche il collegamento della dea con la morte che emerge con chiarezza dalla dea Kālī, l’unica che ha mantenuto il suo aspetto terrifico, la sua nudità e i suoi attributi sessuali. L’unica che padroneggia il maschile e non è compassionevole verso chi tenta di alterare l’ordine divino.