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Miti e leggende

Hy Brasil: l'isola dei Beati

Ludovico Ariosto parla nel suo "Orlando Furioso" di isole sperdute in mezzo al mare, abitate da maghi e da streghe, nelle quali gli uomini possono finire trasformati in alberi”. Oggi noi, novelli Ulisse, proveremo a raggiungere l’isola mitica di Hy Brasil.

di Giuseppe La Greca, 10 Aprile 2020
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Nel corso del medioevo e per buona parte del rinascimento l’atlantico centro-settentrionale era popolato da innumerevoli isole, alcune fonte di scoperte e colonizzazioni (Le Canarie furono scoperte tra il 1312 e il 1335; Madeira tra il 1339 e il 1425; le Azzorre dopo il 1427), altre remote ed incognite, alcune senza particolari caratteristiche, altre piene di meraviglie (alcune di esse galleggiano sull’acqua, altre erano nascoste sotto la superficie, altre ancora apparivano una volta soltanto ogni sette anni). Ludovico Ariosto parla nel suo "Orlando Furioso" di isole sperdute in mezzo al mare, abitate da maghi e da streghe, nelle quali gli uomini possono finire trasformati in alberi”.

L’Atlantico, quindi, era popolato da una serie di isole reali e immaginarie, apparse in primo luogo nelle utopie e nei mondi fantastici della letteratura medievale, e successivamente negli isolarii (una letteratura di viaggio esotica che combinava informazioni mitiche, storiche e geografiche sulle isole con testi, immagini e mappe basate sui portolani).

Nelle carte e mappe dell'epoca non c'era una distinzione tra le isole reali e quelle fantastiche, e spesso si trovavano le une accanto alle altre. La cartografia, infatti, anche se in espansione, era il prodotto di due tendenze distinte: da un lato, del desiderio di produrre mappe che riflettessero le nuove scoperte; dall'altro, del mito e della tradizione. Quasi tutte scompariranno nel corso degli ultimi tre secoli, di loro restano resoconti fantastici e presunte identificazioni sulle carte nautiche dell’epoca. Oggi noi, novelli Ulisse, proveremo a raggiungere l’isola mitica di Hy Brasil.

Il nome Hy Brasil non ha nulla a che fare con il legno che darà nome al Brasile, ma significa in gaelico “L’isola dei Beati”. Sulla maggior parte delle mappe, si trovava a circa 321 km (200 miglia) dalla costa occidentale dell'Irlanda nel Nord Atlantico. Le storie sull'isola sono circolate per secoli in tutta Europa, affermando che era la terra promessa dei santi o un paradiso in cui viveva una civiltà avanzata. Nella mitologia irlandese, era noto per essere circondato dalla foschia, tranne che per un giorno ogni sette anni, quando era visibile pur rimanendo fuori portata.

Di solito si presume che la sua storia derivi dalla tradizione orale irlandese, sebbene sia stata rappresentata per la prima volta su una mappa di Maiorca risalente al 1325 generando l’incertezza sul fatto che la leggenda debba le sue origini a fonti mediterranee o irlandesi (Uno studio della scrittrice brasiliana Barbara Freitag, contro l'opinione prevalente, sostiene che l'isola non si è sviluppata nella tradizione irlandese ma come un “errore cartografico” che è stato poi adattato ad un “Eliseo celtico”).

L'isola è rappresentata sempre con un cerchio con un canale (o un fiume) che scorre nel mezzo da est a ovest. Appare per la prima volta su una mappa del maiorchino Angelino Dalorto nel 1325 sotto il nome di "Bracile". Successivamente apparve nell'Atlante Catalano del 1375 che la identificò come due isole distinte e separate ma con lo stesso nome, "Ihla de Brasil". Nella carta dei fratelli Pizigani del 1367 il nome Brazil è dato, oltre che a Hy-Brasil, ad altre due isole: Mam, posta ad ovest del canale della Manica e ad una delle isole Azzorre, Terceira. Nel 1436, apparve come "Sola De Brasil" sulla mappa veneziana disegnata dal cartografo Andrea Bianco. Nel 1572 l'isola apparve anche nella mappa di Abraham Ortelius, considerato da molti il creatore dell'atlante moderno.

Per secoli si ritenne la sua esistenza certa tanto che i geografi la disegnarono sulle loro carte fino al 1853.

Dopo il 1865 l'isola continuò ad apparire su alcune mappe, ma la sua posizione non poté essere verificata con certezza.

Hy-Brasil venne cancellata dalle mappe di navigazione dell’Ammiragliato Britannico nel 1873. Ancora nel 1859 compariva nella Carta dell’Atlantico di James Imray & Son, l’isola era indicata come Brasil Rocks e affiancata dalla scritta “higly doubtful”.

Alla ricerca dell’isola

Nel 1480 e nel 1481 partirono da Bristol due spedizioni per cercare l'isola; la prima al comando di John Jay Jr., ma tornò a mani vuote dopo aver trascorso due mesi in mare. La seconda composta da due vascelli, la Trinità e la George, lasciarono il porto di Bristol alla sua ricerca senza alcun successo.

Curiosamente nel 1497, il diplomatico spagnolo Pedro de Ayala relazionava al suo sovrano, che Giovanni Caboto (il primo europeo a visitare l’America del Nord dopo i Vichinghi) aveva "scoperto in passato, dagli uomini di Bristol che avevano trovato Hy Brasil", il che implicava che una delle spedizioni di Bristol aveva finalmente trovato l’isola.

Nel 1674 il capitano John Nisbet di Killybegs, affermò di aver avvistato Hy-Brasil durante il suo viaggio dalla Francia all'Irlanda. Lui ed il suo equipaggio si trovavano in acque familiari, ad ovest dell’Irlanda, quando furono avvolti da un banco di nebbia. A causa della nebbia e della scarsa visibilità, la nave si avvicinò troppo agli scogli. L’imbarcazione si arenò e quattro membri dell’equipaggio scesero a terra per visitare Hy-Brasil. Trascorsero sull’isola un’intera giornata e tornarono a bordo con argento e oro donatogli da un vecchio abitante. Il capitano raccontò inoltre che l'isola era abitata da grandi conigli neri e da un misterioso mago che viveva in un castello di pietra costruito da quest’ultimo.

Al ritorno dell’equipaggio in Irlanda, una seconda nave salpò seguendo il medesimo percorso, sotto il comando di Alexander Johnson nel 1684 che confermò ciò che il capitano Nisbet aveva visto e di aver ricevuto un trattamento ospitale.

Negli anni seguenti, Hy-Brasil si ritirò nell’anonimato.

In Irlanda, nel medesimo periodo, l'isola viene associata a concetti di inganno, delusione ed evasione, ad esempio quando il drammaturgo James Shirley la spiegò per descrivere la Dublino nel 1636. Shirley commentò la mancanza di "Gentlemen" e "Ladies" perspicaci in la città, dichiarando che "l'invisibile è Dublino, e non Hy Brasil".

Sarà lo scrittore Richard Head (1637 - 1686) il primo ad elevare l'isola ad argomento letterario in piena regola con i suoi tre volumi, “The Floating Island” (1673), “The Western Wonder O-Brazeel” (1674), e “l'Isola incantata” (1675).

Nei secoli precedenti, tuttavia, nessuna opera letteraria sull'Isola era stata scritta né in gaelico né in inglese. Hy Brasil nel corso del Settecento è l’argomento di alcuni opuscoli pubblicati a Dublino.

L’ultimo avvistamento documentato di Hy-Brasil venne riportato nel 1872 da Robert O’Flaherty e T.J. Westropp. Quest’ultimo disse di aver avvistato l’isola in altre tre precedenti occasioni e ne fu così affascinato che portò la sua famiglia con lui per mostrare tale spettacolo. Lì, l'hanno vista uscire dal nulla, solo per vederla scomparire di nuovo davanti ai loro occhi.

I miti e le leggende

Ci sono molti miti e leggende che circondano Hy-Brasil. Nel corso dei secoli, le storie che circolarono su questa fantomatica isola parlavano di essa come la casa di una civiltà ricca e progredita, anche se i racconti presentavano numerose differenze tra di essi. In alcuni di essi, l'isola è la casa degli Dei nella tradizione irlandese. In altri, è abitato da sacerdoti o monaci che si dice detengano antiche conoscenze che consentivano loro di creare una civiltà avanzata.

L’isola di Hy-Brasil, infine, viene descritta come uno tra i massimi esempi di civiltà giusta, armoniosa ed avanzata culturalmente, dove i cittadini vivono in pace, nel rispetto delle diversità altrui, dove vige la solidarietà ed il rispetto per ogni forma umana e divina.

Hy-Brasil è dunque la perfetta combinazione di svariati elementi, quali misticismo, equità, rispetto e libertà.

La leggenda di Hy-Brasil affonda, molto probabilmente, le sue radici alla fine dell'ultima era glaciale, quando il livello del mare era più basso. L’ipotesi più accreditata la identifica con il Porcupine Bank, scoperto nel 1862. Situato a circa 193 km (120 miglia) a ovest dell'Irlanda, questa area di basso fondale era molto probabilmente in superficie prima dell’innalzamento del livello del mare.

Noi preferiamo credere al mito Irlandese che riferisce che l’isola è perennemente offuscata dalla nebbia e un giorno ogni sette anni diventa visibile permettendo di sbarcare perché rappresenta l'Utopia di cui l’uomo è alla perenne ricerca.

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24 Novembre 2020 15:51, Attilio Maria Sebastiano Leone ha scritto:
Bisognerebbe indagare sul perché l'isola sia stata riportata sulla carta del 1325. Da l%u012F provengono, probabilmente, i successivi inserimenti della stessa nelle carte geografiche seguenti e le spedizioni di ricerca dell'isola, dovute al fatto che i navigatori diretti altrove probabilmente non erano soliti incontrarla.

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