L'Eterno Ulisse

Itinerari insoliti nel grande mare della conoscenza

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di Redazione , 26 Novembre 2013
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Nell’insieme, questo quinto numero della rivista ha un carattere davvero coinvolgente

Nato poco più di un anno fa con l’intento di intraprendere con i suoi lettori e con le sue lettrici un fantastico viaggio nel grande Oceano della conoscenza, "L'Eterno Ulisse" festeggia il suo ingresso nel secondo anno di vita. Nell’insieme, questo quinto numero della rivista ha un carattere davvero coinvolgente. Il viaggio ulissiaco che vi proponiamo in queste pagine ha infatti il sapore di una singolare crociera che, tappa dopo tappa, conduce in stupefacenti avventure del pensiero in compagnia di esperte guide – avvezze a navigare tra i complessi labirinti della mente umana – sagacemente agganciate a quel sottile e robusto filo d’Arianna che impedisce di smarrire la strada che conduce verso i più ampi spazi dello spirito.

Metafore e simbolismi dell’arte, dell’esoterismo, delle religioni, dell’alchimia, della filosofia e perfino del corpo, qui si intrecciano in un messaggio unificato e unificante per sottolineare come lingue e linguaggi, verbali o gestuali – per quanto figli della torre di Babele, e dunque apparentemente destinati a stagnare nel mare della separazione e delle differenze – sono pur sempre orientati al tentativo di comunicare, travalicando confini geografici, mentalità e credenze.

Dagli atolli a lungo disabitati dello spirito ci giunge un richiamo sempre più forte che non può essere ignorato: basta con le separazioni, i conflitti, le appartenenze, gli odi, le ingiustizie, la malattia! Se è vero che il bisogno di comunicare è nato con l’uomo, è giunto il momento di abbattere la maledizione generazionale di quella funesta torre di Babele che ci ha indotto a non comprenderci più e a smarrire il linguaggio che un tempo accomunava tutti gli esseri umani del pianeta Terra. Non è sufficiente affidarsi alla rete per aver la sensazione di essere entrati in quella che viene definita “comunicazione globale”, anche se questo ‘segno’ dei tempi non va minimizzato o sottovalutato.

L’aria del nostro momento storico soffia un vento di trasformazione che alita su ognuno di noi.

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