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Scienza e Nuove Frontiere

Le straordinarie esperienze di pre-morte: gli studi del Dr. Raymond Moody

Cosa vuol dire vivere un'esperienza di pre-morte? Cosa provano coloro che vivono una simile esperienza, e in che modo questa influenza la prospettiva della vita dopo la morte? Vi proponiamo un articolo del Dr. Raymond A. Moody, un medico, psicologo e scrittore statunitense, noto per i suoi studi sugli stati di pre-morte.

di Raymond A. Moody , 3 Luglio 2014
TAG  vita  morte  scienza 

tunnel

Come morire? Dal 1965 ho parlato con oltre tremila persone che avevano subito profonde esperienze spirituali mentre indugiavano al confine tra la vita e la morte. Le caratteristiche che accomunano le esperienze di pre-morte sono ormai conosciute in tutto il mondo: l’abbandono del proprio corpo fluttuando verso l’alto; l’assistere dall’alto ai tentativi di rianimare il corpo; il passaggio attraverso un tunnel buio; l’emergere in una luminosità di amore, pace e gioia; il ricongiungimento in quella luce con gli spiriti dei propri cari deceduti in precedenza; il rivedere in un istante tutta la propria vita in un panorama multicolore e multidimensionale; e la comunione con una presenza divina d’amore spirituale. Coloro che ritornano ci raccontano di non essere più spaventati successivamente dall’idea della morte e di aver capito cosa siano l’amore e la vita.

L’ascolto di migliaia di questi racconti affascinanti ha avuto un forte impatto su di me personalmente. La domanda con cui cerco di confrontarmi costantemente è: “Le mie ricerche sulle esperienze di pre-morte mi hanno reso più capace di amare?”. Vorrei essere in grado di rispondere si, ma imparare ad amare è ancora difficile. Tuttavia, traggo un certo conforto dalla consapevolezza che questo è esattamente ciò che dicono la maggior parte di coloro che hanno avuto esperienze di pre-morte.

Il Dr. George Richie, la persona migliore che io abbia mai conosciuto e la prima che io abbia ascoltato parlare di tali incontri, è d’accordo. Una volta mi ha detto: “Raymond, quest’esperienza rende la tua umanità quasi un fardello, in un certo senso”. Molte altre persone ritornate dall’aldilà mi hanno rassicurato sul fatto che anche dopo una profonda visione di amore e luce, spesso è ancora difficile avere rapporti con alcune persone nella vita di ogni giorno senza sentire il desiderio di strangolarle. Comunque la battaglia va avanti ed io sento di aver fatto comunque molti passi avanti nel cammino verso l’amore rispetto a quando sentii parlare il Dr. Richie per la prima volta nel 1965.

Anche per quanto riguarda la paura della morte sento di aver progredito molto. Guidare un’automobile mi terrorizza, potete starne certi, e per favore, basta con i calcoli renali, ma non ho più paura della morte. Tuttavia, soffro ancora per la perdita di alcuni miei cari, in particolare mia moglie e sei familiari che ho perso negli ultimi cinque anni. Credo purtroppo che ci troviamo in una situazione in un certo senso tipica per la gente della nostra età. Milioni di persone si trovano ad attraversare una fase della vita in cui è normale perdere delle persone care. Nell’affrontare la morte dei nostri genitori, ci confrontiamo collettivamente con il nostro essere mortali.

Perciò, possono le esperienze di pre-morte dirci qualcosa circa le prospettive della vita dopo la morte? Possono offrirci anche un barlume di speranza che ci sia qualcosa al di là della morte?

Una della caratteristiche più definite nei racconti di esperienze di pre-morte, secondo la mia opinione, ed anche quella più studiata, è che esse sono strettamente legate non solo all’amore, ma anche allo humor. La commedia ha un lieto fine, mentre la tragedia termina con la morte. Poiché le esperienze di pre-morte alludono alla possibilità della vita dopo la morte, esse possono essere considerate una forma di super-commedia. Esse in un certo senso ci rassicurano sul fatto che forse la morte stessa, risultato della tragedia, può essere un lieto fine. Non solo, ma molti di coloro che ritornano da un viaggio nell’aldilà, affermano e giurano che Dio ha un incredibile senso dell’umorismo! Molte delle loro innocenti debolezze umane, così come vengono vividamente rivelate nella visione a posteriori della loro vita, sono letteralmente canzonate da Lui.

I titoli dei libri ed i mass media che proclamano, “prove scientifiche della vita dopo la morte!” sono mere iperboli. Ci sono buone ragioni per cui il metodo scientifico non è adatto a risolvere la domanda della sopravvivenza dopo la morte corporale.

Naturalmente, il ragionamento attento e logico è una caratteristica necessaria quando si considera l’argomento della vita dopo la morte, ma non è sufficiente. Lo humor, l’amore e persino il divertimento, sono tra i concetti base comunque necessari per pensare con chiarezza alla vita dopo la morte.

Parlare dell’altra vita e parlare in genere di fenomeni paranormali, appartengono alla categoria dello svago e del divertimento, così come alla categoria della spiritualità. Mi rendo conto di come la mia affermazione possa sembrare un paradosso in un primo momento, ma la dico sinceramente e rispettosamente.

Presento la mia teoria ricreativa delle esperienze di pre-morte e del paranormale in due nuovi libri. “L'ultima risata” (Hampton roads publishers, 1999) e “La saggezza della sciocchezza” (prossimo alla pubblicazione). D’ora in poi, spero che i miei lettori in tutto il mondo leggeranno “La vita dopo la vita”, il mio precedente libro nel contesto interpretativo fornito dalle mie opere.

Chiedo questo perché ci sono incredibili nuovi sviluppi in questo campo. Alcuni miei colleghi ed io abbiamo appreso che le profonde visioni spirituali dei morenti possono in qualche modo essere empaticamente trasmissibili alle persone care ed al personale medico che si trova nelle vicinanze. C’è una marea di quelle che io chiamo “esperienze empatiche di morte”. Quando qualcuno muore, le persone care al suo capezzale generalmente si sollevano dai propri corpi, osservano i parenti del defunto che vengono a dargli l’ultimo saluto, e diventano consapevoli del tunnel, della luce e dell’amore.

Credo che la crescente ondata di racconti personali relativi ad esperienze di morte empatica cambierà il modo di considerare la morte ed il morire in modo drammatico. Spero che presto ci renderemo conto che non c’è bisogno di morire per avere una visione di tutto l’amore che ci attende nella luce dell’aldilà.

Grazie alla generosità di Robert e Diane Bigelow, attualmente presiedo la cattedra Bigelow di Studi della Coscienza presso l’Università del Nevada di Las Vegas.

L’obiettivo del nostro dipartimento è quello di considerare razionalmente il mistero della coscienza e della vita dopo la morte. Nel far ciò, speriamo di poter essere utili a molti studenti che intendono studiare gli argomenti del paranormale in maniera seria e responsabile. Per ulteriori informazioni potete visitare il nostro sito web www.lifeafterlife.com o www.UNLV.com.

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