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Scienza e Nuove Frontiere

Il potere del prana riconosciuto dalla medicina moderna

Secondo le antiche scienze orientali il corpo umano sarebbe attraversato da alcuni “canali” che avrebbero il compito di regolare il flusso di energia vitale nell’organismo. Oggi la moderna medicina ha confermato alcuni aspetti di questa teoria dando una legittimazione scientifica a ciò che fino a poco tempo fa era patrimonio esclusivo dei maestri spirituali.

di Nicola Cutolo, 28 Febbraio 2013
TAG  prana  yoga  neuroscienze 

prana
Nello yoga il termine “prana” significa forza vitale, un concetto che non trova corrispettivi nelle scienze occidentali. (Immagine: Flickr)

Nello yoga il termine “prana” significa forza vitale. Questo concetto non ha un corrispettivo nelle scienze occidentali, anche se già gli antichi avevano compreso che questa energia vitale si manifesta nei nostri sistemi biologici. Queste acquisizioni sono state utili alle moderne neuroscienze, aiutando a comprendere che la mente e il metabolismo siano accoppiati. Ed in effetti esiste una relazione bidirezionale tra mente e metabolismo. Le scienze occidentali sono solo preoccupate delle relazioni reciproche, ma qual è la matrice neurale per il corpo e per la mente?

Per capirlo dobbiamo introdurre, dal punto di vista scientifico, gli antichi concetti di “Ida”, “Pingala” e “Shushumna”, che sono definiti come i tre canali principali all’interno del corpo, attraverso i quali scorre l’energia vitale, il “prana” per l’appunto, e i loro rapporti con il metabolismo.

Ida significa canale meridiano per l’energia che fluisce dal lato sinistro del corpo, mentre Pingala fluisce dal destro. Quando Pingala è attivo, cioè dominante, l’aria che attraversa la narice destra domina.

LE BASI FISIOLOGICHE DELL’ENERGIA VITALE

Ida significa canale meridiano per l’energia che fluisce dal lato sinistro del corpo, mentre Pingala fluisce dal destro. Entrambi sono adiacenti al meridiano centrale Shushumna, che corrisponde alla vicinanza anatomica del canale vertebrale. Nella medicina yoga, Ida e Pingala esprimono anche l’attività delle fibre nervose, dove essi sono specificatamente in rapporto alle fibre simpatiche e parasimpatiche.

Quando Pingala è attivo, cioè dominante, l’aria che attraversa la narice destra domina mentre la narice sinistra è congestionata. E quando Ida è dominante, il flusso di aria nasale è maggiore nella narice sinistra, con una relativa congestione della destra. La prima osservazione registrata di questo fenomeno fisiologico della dominanza nasale, nella scienza occidentale, fu fatta nel 1889 dal medico tedesco Kayser, che definì questa relativa congestione/decongestione dei turbinati nasali come “ciclo nasale”. Egli, più tardi, descrisse questo fenomeno come un'espressione dell’alternanza del tono vasomotorio periferico sui due lati del corpo. Insieme a questo fenomeno si verificava la relativa dilatazione e compressione delle pupille, la variazione della secrezione delle ghiandole lacrimali e della mucosa nasale nonché un arrossamento dell’interno dell’orecchio.

Questo fu il primo rapporto scientifico nell’Occidente a sostegno della fisiologia yoga. Comunque il ciclo nasale fu studiato in molti laboratori in tutto il mondo con diverse pubblicazioni su giornali scientifici. Fu studiato primariamente dagli otorinolaringoiatri partendo dalla prospettiva di ostruzione nasale uni o bilaterale. Molti di questi studi furono ispirati da tentativi effettuati per scoprire farmaci che alleviassero la congestione nasale. Per questo motivo si approfondirono le ricerche sul ciclo nasale dal punto di vista anatomico e fisiologico. Si scoprì che entrambe le innervazioni simpatiche e parasimpatiche della mucosa nasale si alternano per produrre il ciclo nasale. Per cui se l’innervazione simpatica domina sulla destra, si ha una vasocostrizione che produce decongestionamento di quel passaggio e quindi un maggiore flusso di aria per esso.

Contemporaneamente la dominanza dell’innervazione parasimpatica si manifesta nella narice sinistra, causando la congestione di quella via nasale.

Questo rapporto destra-sinistra è definito nello yoga come la maggiore attività di Pingala.

Con l’ausilio di tecniche fisiologiche moderne, si è dimostrato come il ciclo nasale faccia parte dei ritmi circadiani di lateralità alternata dell’emisfero cerebrale in accordo con le antiche scienze del Kundalini Yoga.

CICLO NASALE E RITMI CIRCADIANI

Il ciclo nasale è molto importante perché costituisce la chiave per comprendere come la mente e il metabolismo sono accoppiati dal sistema nervoso autonomo. Infatti, con l’ausilio di tecniche fisiologiche moderne, si è dimostrato come il ciclo nasale faccia parte dei ritmi circadiani di lateralità alternata dell’emisfero cerebrale. In accordo con le antiche scienze del Kundalini Yoga, l’emisfero dominante è controlaterale alla narice attiva. Inoltre esperimenti durante il sonno, hanno anche evidenziato l’alternata attività dell’emisfero cerebrale, accoppiata alle fasi REM e non REM, oltre che dalle fasi di sonno caratterizzate dall’uso di una sola narice, che si gonfiava e svuotava senza la contemporanea fase dell’altro lato. Quando consideriamo la lunghezza in termini di tempo dei ritmi circadiani del sonno REM e non REM, abbiamo un media di 80-120 minuti, dove il non REM si accorcia durante la notte e il REM si allunga.

Nelle antiche scienze yoga, il sonno caratterizzato dall’uso della narice destra è l’equivalente del sonno REM, mentre quello caratterizzato dall’uso della narice sinistra è l’equivalente del sonno non REM.

Senza dubbio il periodo notturno di sonno è correlato ai ritmi cerebrali e riflette una specie di compensazione o riequilibrio del tempo diurno.

Nella antiche scienze yoga Kundalini, il sonno caratterizzato dall’uso della narice destra è l’equivalente del sonno REM, mentre quello caratterizzato dall’uso della narice sinistra è l’equivalente del sonno non REM. Inoltre, sempre secondo la medicina yoga, anche il sonnambulismo ha luogo durante le fasi di sonno dominate dalla narice sinistra.

La medicina yoga afferma che un individuo è in grado di imparare coscientemente ad attivare due emisferi attraverso le narici in un breve spazio di tempo, in modo da adeguarsi alle circostanze in cui si trova.

Ci sono quindi due menti separate, due personalità o domini di coscienza, uno per ogni emisfero, che possono operare indipendentemente. Ciò si può constatare osservando l’asimmetria delle emozioni umane: pazienti con danni all’emisfero destro saranno caratterizzati da indifferenza e da una valutazione non realistica delle priorità emotive e avranno difficoltà nel comunicare le proprie emozioni; pazienti con danni all’emisfero sinistro risulteranno essere caratterizzati più dall’afasia.

La medicina yoga afferma che un individuo è in grado di imparare coscientemente ad attivare due emisferi attraverso le narici in un breve spazio di tempo, in modo da adeguarsi alle circostanze in cui si trova.

IL MERIDIANO CENTRALE E IL CONTROLLO DEL PRANA

Abbiamo accennato inizialmente a un terzo maggiore elemento che è il Shushumna, o meridiano centrale, che è correlato anatomicamente alla regione della colonna vertebrale. Secondo la medicina yoga, quando la composizione biochimica del cervello e del fluido spinale sono condizionati e le “energie” dell’Ida e del Pingala sono mischiate equamente, è possibile il raggiungimento di un elevato stato di coscienza. Comunque questo accade solo quando le secrezioni della ghiandola pituitaria e di quella pineale raggiungono una specifica relazione reciproca. In senso figurato le “energie” dell’Ida e del Pingala influenzano il Shushumna, e quando lo fanno in maniera equilibrata, si ottengono una serie di importanti eventi. Ad esempio, esiste un punto di transizione dove entrambi gli emisferi sono egualmente influenzati. Nella maggior parte degli individui questa transizione è molto breve e non è percepita coscientemente dato che non si manifestano le necessarie attivazioni neurali e ghiandolari. Questo punto di transizione è caratterizzato da una maggiore creatività e rappresenta l’inizio dell’autocontrollo. Infatti è a partire da questo punto che gli yogi controllano coscientemente l’Ida e il Pingala, scegliendo l’emisfero adatto alla situazione contingente. Gli yogi possono così scegliere di usare un desiderato stato di intelligenza, controllando costantemente il proprio prana o il livello di energia vitale.

Una volta raggiunta la giusta abilità per mantenere questo equilibrio su basi regolari, gli yogi devono poi sempre regolarlo da uno stato cosciente. Infatti i ritmi non sono più autonomi. Questo ovviamente fa crescere la responsabilità, ma i vantaggi sono molteplici. Per esempio, un individuo non è più soggetto a difficoltà emozionali e può dunque affrontare più serenamente i problemi delle varie circostanze. Quando gli yogi vivono questo stato essi attivano la loro “mente neurale”, cioè una mente obiettiva e scientifica. Questo stato mentale non viene influenzato dal cosiddetto fenomeno di “reazione crociata delle onde del pensiero”, che è invece tipico della maggior parte degli individui.

Secondo le teorie yoga è possibile insegnare ad un bambino il controllo del ritmo autonomo già dall’età di tre anni. Tra l’altro il rapporto tra sistema nervoso centrale ed autonomo è più flessibile in tenera età. Per persone non addestrate è invece estremamente raro poter attivare uno o l’altro emisfero volontariamente.

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