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I sentieri della memoria

150 anni dopo - “Il ritorno della Magenta”

28 marzo 1868 – 28 marzo 2018 "Il giro del mondo in 870 giorni della Regia pirocorvetta Magenta"

di Giuseppe La Greca, 16 Febbraio 2018
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La missione della Pirocorvetta “Magenta” fu un’impresa insieme diplomatica, scientifica e nautica del neonato Regno d’Italia e dell’altrettanto neonata Marina Reale nazionale.

La Nave Italiana, con un equipaggio di 297 persone, al comando dell'ammiraglio savoiardo Vittorio Arminjon, prese il mare il 2 febbraio 1866 da Montevideo, diretta all'isola di Giava.

Dopo 85 giorni di navigazione in condizioni meteorologiche avverse, il 27 aprile 1866 la nave attraccò al porto di Batavia (Giacarta, Indonesia) e il 15 maggio dello stesso anno arrivò a Singapore. Durante quella sosta, su richiesta del comandante dell'unità francese "Saint Aubain", partecipò al ripristino dell'ordine successivo agli scompigli causati da alcuni marinai.

La corvetta giunse, dopo varie peripezie, a Yokohama ove il 25 agosto 1866 fu concluso e firmato un accordo economico con il Giappone. Il 14 agosto presta soccorso alla nave diplomatica francese. - La stessa mattina vi giunse il ministro di Francia signor Léon Roches, reduce da Nagasaki, ma la corvetta Laplace che lo aveva portato era rimasta arenata. Non esitai ad offrire l'aiuto della Magenta (…) Non tardammo a scorgere la nave francese.

Essa era salita colla prora su di un piano inclinato di tufo e arena, presso una pagoda, entro un piccolo seno della costa. Da prora emergeva di parecchi piedi a mezza marea. La Magenta lasciò cadere l’ancora a due terzi di gomena e precisamente nella direzione della poppa.

Subito principiammo a ricevere i pesi più considerevoli, cannoni, munizioni ed altri oggetti- per alleggerire il bastimento, e intanto il nostromo La Greca faceva stendere nella batteria un cavo di 42 centimetri di circonferenza con due grossi gherlini, e questi ormeggi furono legati insieme di 10 in 10 metri, allo scopo di comporli in un solo cavo di rimorchio. Una delle estremità fu assicurata all’albero di maestra della Magenta, e l’altra fatta passare per l’ultimo portello di batteria a sinistra, e quindi mandata a bordo della corvetta investita. (..) Avevamo una velocità di 5 o 6 miglia quando la gomena si alzò fuori d’acqua, e tale fu l’impeto della forza viva che immantinente la corvetta incagliata ci venne dietro.» (ARMINJON)

Il 1° settembre partì da Yokohama, otto giorni dopo approdò a Shangai e, in seguito ad un mese e mezzo di trattative, il 26 ottobre fu stipulato a Pechino un trattato di amicizia e commercio con la Cina per procurare nuove materie prime, come per esempio i bachi da seta, alfine di accrescere l'industria italiana.

La mattina del 9 gennaio 1867 il prof. De Filippi fece ritorno da Macao; era stato assai contento della sua gita, ma non si sentiva punto bene. (Giglioli) Lo stato di salute del senato, tra alti e bassi, terrà in apprensione tutto l’equipaggio.


Il 12 marzo fu uno dei giorni più luttuosi che ebbi fin qui nella vita: il battello che giornalmente ci recava viveri freschi da Batavia, portò pure un piego dal nostro Console; esso conteneva alcuni giornali e lettere giunte col postale il giorno innanzi; ed annunziavano la morte del senatore De Filippi, avvenuta a Hong Kong il 9 febbraio! (Giglioli) Dopo aver fatto scalo nuovamente a Batavia a causa di un danno al timone, il viaggio della Magenta continuò alla volta dell'Australia: raggiunse Melbourne per una breve sosta il 24 maggio del 1867 e il giorno seguente partì per Sydney, dove arrivò a fine mese. "La Magenta ha ricevuto a Sydney, come a Melbourne, la più cordiale e splendida accoglienza da tutte le autorità governative e dall'alta società", così è riportato nel diario di bordo del capitano Arminjon.

Dopo 32 giorni di navigazione ininterrotta attraverso l'Oceano Pacifico arrivò a Valparaiso (Cile), e costeggiò la Patagonia, dove si fecero importanti scoperte drografiche utili per l'aggiornamento della cartografia. Il 17 dicembre la nave ritornò a Montevideo e attraversando l'Atlantico giunse a Gibilterra tre mesi dopo. "La Magenta è arrivata oggi a Gibilterra; la salute dell'equipaggio è buona", queste le parole del capitano.

Da qui iniziò l'ultima tratta del viaggio. Sebbene fosse stato previsto di raggiungere Napoli entro il 25 marzo, le condizioni climatiche sfavorevoli e i venti contrari causarono un ritardo di tre giorni sulla tabella di marcia. Finalmente il 28 Marzo 1868 la nave iniziò a scorgere la cima del Vesuvio e fece ritorno a Napoli, accolta purtroppo con gelida indifferenza: tre giorni dopo fu messa in disarmo e sette anni dopo alienata. Triste epilogo, questo, per un'impresa che aveva raggiunto risultati più che ragguardevoli, nonostante le numerose circostanze sfavorevoli, la morte del senatore De Filippi, e quella di numerosi marinai, e non ultima la guerra del 1866.

La missione fu infatti condotta brillantemente sia nei suoi obiettivi diplomatici sia in quelli scientifici. Oltre alle numerose osservazioni sulla fauna pelagica, la Magenta riportò importanti raccolte etnologiche, paleontologiche e mineralogiche e riportò 5.986 spoglie di animali appartenenti ad oltre 2.000 specie, che andarono a costituire le collezioni più importanti del Museo di Scienze Naturali di Torino e del Museo Zoologico "La Specola" di Firenze.

Descrizione e osservazioni sui luoghi visitati sono tratte dal corposo volume scritto dal Enrico Hyllier Giglioli nel 1875 Il viaggio intorno al globo della pirocorvetta Magenta.

A distanza di 150 dal ritorno in Patria, il 28 marzo 2018, il Comune di Lipari ricorderà la missione della Pirocorvetta Magenta e porrà una targa in memoria degli undici membri Eoliani dell’equipaggio.

Abitare In Salute
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