L'Eterno Ulisse

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Le pagine mancanti del nostro album di famiglia - Le Colonne d'Ercole, un'inchiesta

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sul numero 1 de "L'Eterno Ulisse"

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di Diego Manca, 15 Luglio 2012
TAG  atlantide  sardegna  ricerca storica 

Al termine di un minuzioso lavoro di analisi delle fonti classiche, frutto di anni di ricerca sistematica, Sergio Frau identifica la Sardegna con Atlantide e lo afferma, nero su bianco, nel suo libro Le Colonne d’Ercole, un’inchiesta, pubblicato alcuni anni fa, ma sempre attualissimo. In questa singolare intervista – quasi una chiacchierata tra amici appartenenti alla stessa terra – lo scrittore Diego Manca induce Frau ad accompagnarci lungo il suo rivoluzionario itinerario, e a ripercorrere con lui le riflessioni che lo hanno indotto ad elaborare questa coraggiosa tesi che mira a restituire al Mediterraneo d’Occidente le prime pagine di un prezioso ‘Album di Famiglia’.

colonne

"Al di là di quello stretto di mare chiamato 'Colonne d’Ercole', si trovava allora un’isola più grande della Libìa e dell’Asia messe insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole, e da queste isole alla terraferma di fronte (...). In quell’isola chiamata Atlantide v’era un regno che dominava non solo tutta l’isola, ma anche molte altre isole nonché alcune regioni del continente al di là: il suo potere si spingeva, inoltre, al di qua delle Colonne d’Ercole; includendo la libia fino l’Egitto e altre regioni dell'Europa fino alla Tirrenia".

A parlare è Crizia, zio del filosofo Platone, il quale racconta che, nel 560 a.C., il legislatore Solone si era recato nella capitale amministrativa dell’Egitto, Sais. Qui aveva cercato di impressionare i sacerdoti di Iside illustrando le antiche tradizioni greche, ma uno di loro aveva sorriso, affermando che quello greco era un popolo fanciullo... Ce n’era stato un altro su cui gli Egizi possedevano molta documentazione scritta. Secondo il sacerdote egiziano, una civiltà evoluta era esistita per secoli su “Un’isola più grande della Libìa (ovvero l’Africa del Nord per i Greci, che ne sapevano poco o niente, ndr) e dell’Asia (a quei tempi, l’Anatolia, ndr) messe insieme”, l’isola ricca di metalli, capace di lavorare il bronzo, dotata di una portentosa flotta di triremi e anche di innumerevoli carri da guerra aveva osato sfidare l’Egitto, ma era stata distrutta – “novemila anni prima” giura Crizia nel resoconto platonico - da un immane cataclisma insieme a tutti i suoi abitanti. Quel suo mare, da allora, non era stato più navigabile per il fango. Le parole di Crizia sono riportate nei Dialoghi Timeo e Crizia, scritti da un Platone ultrasettantenne attorno al 340 a. C.

Sergio Frau, inviato di Repubblica per la redazione Cultura, ha preso questa storia per le corna – a incorradura come si dice in Sardegna quando qualcuno affronta qualcosa con decisione e a testa bassa – e ha pensato l’impensabile, al termine di un minuzioso lavoro di analisi delle fonti classiche: Frau identifica la Sardegna con l’isola di Atlante e lo afferma, nero su bianco, nel suo libro Le Colonne d’Ercole, un’inchiesta, pubblicato dalla casa editrice Nur Neon, "un mattone" – scherza l’autore – di 672 pagine,dense di richiami e citazioni, di carte e mappe di ogni epoca, frutto di due anni di ricerca sistematica e ingorda su testi antichi e materiale specialistico.

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