I termini per definire il concetto di “tempo” possono essere ricondotti, nelle varie tradizioni linguistiche, ad alcuni interessanti significati di base, tra i quali: “divisione”, “ritaglio (più o meno lungo o comprensivo o fissato)”, “estensione”, “misura”, “passaggio”, “rivoluzione, divenire”, “momento”, “occasione propizia”, “riposo”, “permanenza”, “età”. Comunque sia chiamato, il tempo rimane uno degli aspetti essenziali di questo mondo. La “colorazione” emotiva, se così si può dire, dei termini che lo esprimono procede di pari passo con i vari atteggiamenti nei confronti della vita stessa: il tempo può dunque essere soggettivamente lungo o breve, dolce o amaro, piacevole o doloroso. Così, nelle varie tradizioni, pur essendo sempre temuto e rispettato, il tempo può assumere insieme due aspetti apparentemente antitetici, di creatore e di distruttore.
Saranno a tutti noi familiari espressioni del tipo “non ho tempo” o “non c’è tempo”, “chi ha tempo non aspetti tempo”, “tutto a suo tempo”, “il tempo è denaro”, “il tempo scorre, fugge, vola” (in latino: tempus fugit), “il tempo perduto”, e centinaia d’altre frasi con cui definiamo lo scorrere degli eventi. Chi è dunque questo tiranno che ci sfugge?
L’immagine che abbiamo del tempo non sempre è positiva, infatti abitualmente ci lamentiamo di non averne abbastanza, anche se quando ne abbiamo, paradossalmente non sappiamo che farne, se è vero che lo “ammazziamo” con i cosiddetti “passatempi”.
È opportuno innanzi tutto fare una distinzione tra il tempo “che fugge” e quello che appare “interminabilmente lungo”.
Come mai il tempo ci appare breve solo in alcuni momenti e lunghissimo in altri? "Piacere e attività fanno sembrar le ore brevi", ha scritto il poeta (Shakespeare, Otello, II, 3.), e cioè non ci accorgiamo del tempo nei momenti di felicità e spensieratezza: in altre parole, stando a una teoria semplice quanto poco conosciuta e praticata che immagina il mondo come lo specchio delle nostre aspirazioni, il tempo ci appare breve o lungo a seconda che rivolgiamo il nostro sguardo interiore verso l’alto, verso la luce, l’amore, l’unità, oppure verso il basso, il buio, il dolore, la separazione.
Tutto questo ci induce a fare alcune interessanti considerazioni supportate da teorie e ipotesi scientifiche e non.