“La storia siamo noi” cantava Francesco De Gregori, perché siamo noi, gli uomini che da millenni abitano questa terra, ad essere la nostra storia.
Creati da un’idea divina, dalla terra, o in quanto risultato evoluzionistico di un’esplosione spaziale, gli uomini, vivendo e morendo nei secoli, sono gli artefici di quella che oggi chiamiamo “Storia”, una storia fatta di concretezza, di azioni compiute e subite.
Ma vi è un ostacolo, una discriminante che ci obbliga a mantenere le distanze dalla cosiddetta “vera verità”: il passato. Il tempo che è stato e non lo è più, che è stato scritto, riscritto e modificato, cancellato e reinventato, che, quasi incidentalmente, ha sparso indizi dei tempi che furono.
Ecco che la storia prende forma, si innalza e primeggia come un monumento, come Il monumento che poggia le sue fondamenta sull’incertezza del passato e si arricchisce di pietre levigate dalla tradizione, incise dagli amanuensi, disposte e ordinate per mano degli acculturati e decorato di pura casualità con accurati dettagli di certezze e oralità.
La guerra di Troia, la fondazione di Roma, le prime persecuzioni cristiane, le invasioni barbariche così come le abbiamo studiate sono l’opera finita e confezionata del Tempo.
Come poter soddisfare la nostra sete di conoscenza, come poter trovare le risposte agli ancestrali interrogativi “chi siamo e da dove veniamo”?
L’Archeologia si è rivelata una compagna di avventure fondamentale, capace di dare voce alle evidenze materiali, ai frammenti ancora oggi visibili delle Ere che hanno attraversato il mondo, interrogando gli unici superstiti di un passato, per definizione, perduto.
Sono quindi le costruzioni, i monumenti e gli edifici a rivelarci i segreti di chi un tempo li costruì, abitò e distrusse e sempre "loro" possono correggere gli “errori” presenti in quella Storia che, per abitudine, ingenuità o non conoscenza, si è costruita e tramandata fino a noi.
La sezione “La Storia Costruita” si propone di avvicinarsi, attraverso lo studio e la conoscenza di alcuni resti archeologici del passato, alla fonte della conoscenza per meglio comprendere come vivevano i nostri remoti vicini.
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