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La storia costruita

Tutto scorre ad Efeso

A Efeso, città natale del filosofo Eraclito, si ergono sul colle Ayasuluk le rovine della chiesa di San Giovanni, considerata l'edificio bizantino più importante della città. Se la tradizione narra che questo colle ospitò la tomba dell’evangelista, la storia racconta che Costantino nel IV secolo d.C. decise di sacralizzare l’area con la realizzazione della chiesa di Santa Croce e, ancora, nella metà del VI sec. d.C. Giustiniano e sua moglie Teodora decisero di allargare il precedente edificio cristiano con la realizzazione di uno ancora più grande, intitolando la chiesa proprio a San Giovanni.

di Emanuela D'Ignazio, 26 Agosto 2014
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A Efeso, città natale del filosofo Eraclito, si ergono sul colle Ayasuluk le rovine della chiesa di San Giovanni

Molti secoli fa, Eraclito decise di lasciare il suo manoscritto esattamente ai piedi del tempio di Artemide, un posto che oggi annoveriamo tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico. Il filosofo faceva così della sua città natale, Efeso, la perpetua custode del suo sapere.

Archeologicamente di quell’antica Efeso, città fondata intorno al 1000 a.C, oggi non si conserva quasi nulla. A memoria dell’Artemision oggi non resta che una maestosa colonna, come a voler simboleggiare che, nonostante il tempo abbia fatto il suo corso, la promessa fatta ad Eraclito quasi duemilacinquecento anni fa non è mai venuta meno.

Per descrivere la straordinarietà di Efeso, non ci sono parole più adatte di quelle del suo illustre cittadino Eraclito, il filosofo del panta rei, secondo il quale “il più bello de mondi non è che un mucchio di rifiuti gettati giù dal caso”. In questo caso basterà sostituire la parola “rifiuti” con “resti archeologici” ed ecco restituitaci l’immagine dell’Efeso di un tempo: l’odeon, il teatro, le terme di Vario, il Tempio di Domiziano e di Traiano e la stupenda biblioteca di Celso sono le testimonianze concrete della vita efesina greca e romana. Sebbene non possa esimermi dal consigliarvi, quasi imperativamente, di visitare il sito archeologico greco-romano di Efeso, vorrei farvi conoscere un’altra Efeso, più nascosta e meno turistica, una Efeso cristiana, costantiniana e bizantina.

A pochi chilometri di distanza dalla venerata casa di Maria, dove la leggenda vuole che la Madonna visse i sui ultimi anni, sul colle Ayasuluk si ergono le rovine della chiesa di San Giovanni. Se la tradizione narra che questo colle ospitò la tomba dell’evangelista, la storia racconta che Costantino nel IV secolo d.C. decise di sacralizzare l’area con la realizzazione della chiesa di Santa Croce e, ancora, nella metà del VI sec. d.C. Giustiniano e sua moglie Teodora decisero di allargare il precedente edificio cristiano con la realizzazione di uno ancora più grande, intitolando la chiesa proprio a San Giovanni.

Di tutto questo l’Archeologia ce né dà la conferma.

In età costantiniana  la memoria dell’evangelista fu racchiusa entro un'ampia basilica a pianta cruciforme. All’interno l’edificio era diviso in tre navate e terminava con un'abside. Di questa costruzione ci resta il battistero a pianta ottagonale che si trova sul lato settentrionale della chiesa, il quale presenta al centro una vasca circolare entro una pianta cruciforme, a cui si accede per mezzo di due brevi scalinate; questa è una testimonianza importantissima che dimostra la diffusione della pratica del rito battesimale a immersione.

La basilica giustinianea, incredibilmente, riuscì a superare per dimensioni e maestosità quella precedente, raggiungendo le dimensioni di 130 x 40 m. Giustiniano ricalcò lo schema della chiesa dei SS. Apostoli, che aveva fatto costruire qualche anno prima nella vicina Costantinopoli. La chiesa di San Giovanni, infatti, doveva presentarsi più o meno così: su una terrazza artificiale, costruita per annullare il pendio della collina e appoggiata su una cisterna, sorgeva un atrio, circondato da portici su tre lati. Sul quarto lato si apriva il nartece, che introduceva al corpo centrale della chiesa tramite cinque porte. All'interno la chiesa si articolava in tre navate, quella centrale più ampia, intersecate da un transetto, al centro del quale, prima dell'abside, trionfava la tomba dell'evangelista, oggi ancora visibile. Si conservano ancora i capitelli delle colonne con le incisioni dei monogrammi dell’imperatore e di sua moglie, la firma visibile della volontà di realizzare un tempio della cristianità.

Nel VII-VIII sec., la collina dove sorgeva la chiesa fu fortificata per difendere gli abitanti dalle incursioni arabe; di questa struttura restano le mura del castrum all’interno del quale convissero una chiesa e una piccola moschea. La presenza di alcune colonne che circondano il bema e alcuni frammenti di architrave risalgono al periodo Medio Bizantino (X-XII secolo): ciò testimonia la perdurante continuità di vita di questo importante sito della cristianità.

Sebbene non si abbiano dati scientifici che possano confermare che proprio lì fu sepolto Giovanni l’Evangelista, dal momento che le tre tombe scavate per la prima volta negli anni ’20 del Novecento sono state trovate vuote, l’Archeologia ci dà testimonianza dei numerosi tentativi compiuti nel tempo, a partire da Costantino, di monumentalizzare un luogo evidentemente importante per il mondo cristiano.

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